lunedì 30 settembre 2024


19/12/2009 16:16:30 - Manduria - Attualità

La chiara e puntuale relazione del dott. Giovanni D’Onofrio, commissario prefettizio del Comune di Manduria

 
«La sicurezza nelle nostre città: la nuova legislazione»: questo il tema scelto nell’incontro dibattito tenutosi giovedì sera presso la rappresentativa sede del Circolo Cittadino di Manduria. Relatore il commissario prefettizio del nostro comune, dott. Giovanni D'Onofrio, la cui esposizione da 30 e lode, con bacio e applauso accademico, ha incantato il parterre degli intervenuti in rappresentanza del mondo imprenditoriale locale, universitario, culturale e scolastico, giurisprudenziale, vista la folta presenza di avvocati, gente comune egualmente affascinata da un tema così importante, offerto alla
riflessione dei presenti con rigore etico, lucidità intellettuale, la profondità di pensiero di chi parla con esperienza e competenza, restituendo dignità intellettuale ad un tema caro a tutti, soprattutto dopo gli accadimenti degli ultimi giorni, tanto nei toni quanto nei contenuti, spesso discutibili nelle dinamiche del circo mediatico, somigliante sempre di più ad un baraccone in cui si tradisce ciò che si chiede accanitamente di tutelare.
Dopo un breve saluto del presidente del Circolo, signor Luigi Pasanisi e l’introduzione del prof. Enzo Caprino, che ha esordito snocciolando le autorevoli tappe del curriculum del commissario per consentire a tutti di meglio compenetrare la dialettica del relatore, si è entrati nel vivo del tema. La esegesi storico-politica ha permesso al pubblico presente di comprendere i quali termini si sia evoluto il concetto di sicurezza nel corso delle varie legislature, partendo da un rapporto a sigla del Ministero dell’Interno in cui vengono analizzati 40 anni di prevenzione sociale garantita dagli organi dello Stato, prima che il principio di sussidiarietà istituito dal Trattato di Maastricht invertisse l’organizzazione piramidale del potere della Magistratura e della Polizia. Una rivoluzione copernicana a tutti gli effetti, che ha riconosciuto maggiori poteri di intervento nella prevenzione criminale alle istituzioni locali che possono dal basso arginare i fenomeni di devianza sociale lesivi della libertà dell’individuo doppiamente esposto in alcuni casi alla delinquenza e alla mancanza di trasparenza delle istituzioni.
Da qui la necessità di considerare la sicurezza impegno egualmente condiviso da tutti gli schieramenti politici indipendentemente dal colore politico del partito di appartenenza, distinguendo nettamente il quadro normativo di riferimento in materia di sicurezza, dalle politiche sulla sicurezza spesso discutibili quanto esecrabili di alcune sentenze. La diffusione delle sostanze stupefacenti, aumento della popolazione straniera, l’assoluta mancanza di solidarietà sociale, vera e sola causa secondo il commissario del degenerare del crimine e strategia di collaborazione per eccellenza con le forze dell’ordine, spiegano la nuova visione del diritto urbano esplicitato attraverso una profonda opera di prevenzione e promozione sociale contro il crimine organizzato.
Il partenariato istituzionale, il protocollo di sicurezza, il principio di adeguatezza e di differenziazione, il già citato principio di sussidiarietà, un’irruenza meno marcata dei mass media del privato nel pubblico di una persona, lo sforzo della polizia e della magistratura e dei sindaci soprattutto, sono dunque alla base di un più moderno modo di vivere il rapporto con le istituzioni nel municipalismo d’avanguardia da opporre all’incalzante delinquenza, vedendo nella collaborazione del cittadino onesto, l’unico e solo strumento di autentica, produttiva e capillare prevenzione del crimine. Una cultura della collaborazione, unitamente al recupero dei valori morali di solidarietà, compattezza, coesione e costruzione sociale sono secondo il nostro commissario, l’autentica strada verso la riappropriazione di sani spazi del vivere comune, rivitalizzando l’opera delle istituzioni dalle quali è giusto pretendere una gestione della cosa pubblica trasparente e improntata alla massima collaborazione dello scacchiere istituzionale in nome e per conto dei principi sanciti dalla Costituzione in materia di prevenzione e sicurezza sociale.
Molte le domande poste al dott. D’Onofrio, che si è potuto confrontare con vari esponenti della sicurezza pubblica, declinata in tutte le forme, tutte sottolineanti il decadimento della fiducia del comune cittadino rispetto all’operato delle istituzioni che il commissario invita a ritrovare attraverso
scelte di gestione del potere, democratiche sì, ma ponderate. 
 
Mimmo Palummieri










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