venerdì 27 settembre 2024


21/03/2018 11:27:22 - Manduria - Attualità

Espresse delle perplessità su diversi passaggi del bando

 

«Gentilissimi Signori,

come cittadini attivi ed associazioni abbiamo avuto già modo di rilevare e segnalare agli organi competenti del Comune quelle che, a nostro avviso, sono le lacune e le contraddizioni del Regolamento comunale per la gestione del Museo Civico, di prossima apertura. Premesso che, e lo dichiariamo pubblicamente, nessuno degli scriventi è interessato alla gestione del Museo, siamo spiacenti di constatare come le nostre perplessità, ribadite di persona alla stessa Commissaria, dott.ssa Garufi, trovino conferma negli atti consequenziali predisposti, in particolare nell’Avviso pubblico che il Comune intenderebbe emanare per l’individuazione del soggetto gestore della struttura museale.

Troviamo innanzi tutto difficile individuare con chiarezza chi siano i destinatari dell’ avviso pubblico che, in apertura, si rivolge alle associazioni culturali, e pertanto ad enti che, sulla base del Codice del Terzo Settore, recentemente emanato, svolgono la loro attività in forma volontaria e gratuita, secondo finalità esclusivamente solidaristiche, ma, nel prosieguo, sembra trasformarsi in un vero bando di gara, rivolto a soggetti di cui si chiede, ad es., l’iscrizione alla Camera di Commercio, che possono avere dipendenti, ricavare proventi, oltre che dalla vendita dei biglietti, dalla commercializzazione di prodotti editoriali, gadget, materiale promozionale ecc.. Tale attività commerciale sembra poi destinata ad includere altre realtà culturali del territorio comunale (beni archeologici, realtà espositive, beni architettonici e monumentali), laddove si dice che sarà considerata come premiale la riproducibilità e la possibilità di applicazione ad altri contesti del modello organizzativo proposto dal soggetto richiedente. In tal modo si cerca forse di rendere più appetibile l'offerta, considerato che nessun soggetto economico serio potrebbe considerare redditizia la gestione, alle condizioni proposte, di un museo periferico, anche a fronte della risibile durata dell'affidamento. Inserire il museo nei circuiti turistici e metterlo in rete con le altre realtà museali del Salento è impresa che richiede investimenti e tempo ben maggiori di quelli ipotizzati nel bando;il futuro gestore dovrà necessariamente garantire la copertura delle spese necessarie all'avvio della gestione con fondi propri, cosa che nessuna associazione è in grado di fare. Il timore è dunque che possa farsi avanti un'impresa che fa tutt'altro la quale, in maniera più o meno trasparente, possa fare da garante a qualche associazione “paravento”.

Come già sottolineato nel nostro precedente intervento, non vengono individuate in maniera appropriata le competenze richieste, che vengono indicate o troppo genericamente o, comunque, cercate in contesti che poco hanno a che fare con la realtà espositiva in essere. Non si comprende, infatti, come possano essere considerati indispensabili un esperto in storia e cultura ebraica o ben due guide parlanti inglese, a fronte della tipicità e della esiguità del percorso museale previsto, mentre, ad es., non sembra essenziale la figura di un archeologo o di un restauratore. Inoltre, questo, che è l'aspetto più importante del percorso di affidamento, cioè l'accertamento dei requisiti, viene affidato all'autocertificazione, mentre  riteniamo che le competenze dovrebbero essere certificate e non limitarsi al possesso di titoli di studio: archeologi, guide, storici dell'arte ecc. dovrebbero tutti dimostrare di essersi misurati con allestimenti museali. Diciture generiche, quali” servizi similari” o “esperto in “ non dovrebbero comparire nel bando, che dovrebbe invece rivolgersi a professionisti.

Altro nodo critico è dato, a nostro avviso, dalla indeterminatezza con cui vengono indicati i componenti della commissione giudicatrice : un bando del genere necessita di una commissione qualificata, formata, ad esempio, da archeologi, storici dell'arte, direttori di musei, funzionari della Soprintendenza, di cui è necessario conoscere nomi e curriculum. Parimenti dovrebbero essere esplicitati con chiarezza i criteri di valutazione.

Non risultano inoltre chiari i rapporti tra i prestatori in comodato degli oggetti esposti e i futuri gestori, i quali potrebbero trarre da quelli foto, gadget e materiale editoriale, senza esserne autorizzati dai legittimi proprietari e, per di più, ricavandone un introito. En passant rileviamo che i proprietari degli oggetti esposti dovrebbero quanto meno essere esentati dal pagamento del biglietto.

Ancora, l’avviso pubblico sembra ignorare l’esistenza della Soprintendenza, la quale risulterebbe esclusa da ogni intervento di programmazione, allestimento e controllo nella futura gestione, laddove il Museo prevede la presenza di reperti archeologici, notoriamente di proprietà dello Stato.

Per concludere, ribadiamo che la regolamentazione e gli atti sin qui approntati presentano ampi margini di indeterminatezza e di discrezionalità, oscillando tra provvisorio e definitivo, tra pubblico e privato, tra volontariato e impresa. Pur consapevoli delle difficoltà affrontate, anche in rapporto ai margini temporali concessi, siamo convinti che la discrezionalità, la provvisorietà portino a soluzioni non confacenti e pertanto preghiamo i gentili destinatari di voler mettere mano ad una revisione del Regolamento e relativo Avviso pubblico, possibilmente con il coinvolgimento di chi da tempo opera sul territorio per la sua salvaguardia e valorizzazione, non ultimi coloro che materialmente hanno contribuito all’allestimento dello spazio museale. Ribadiamo la natura costruttiva delle osservazioni qui avanzate, che sono finalizzate a dotare Manduria dei servizi professionalmente qualificati che merita».

 

Anna Maria D'Andria

Presidente Archeoclub Manduria

 

Antonio Dimitri

Presidente Associazione “Don Luigi Neglia”

 

Salvatore Fanuli

Presidende A.N.P.I. Manduria

 

Prof. Aldo Pezzarossa

Cecilia de Bartholomaeis

Sergio De Cillis  











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