venerdì 27 settembre 2024


03/04/2018 20:38:38 - Manduria - Attualità

Vincitori del concorso “Fare il giornale nelle scuole”, gli studenti della scuola manduriana saranno premiati anche dal presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Verna

 

Un padre nobile del giornalismo sportivo Rai che garantisce autorevolezza e ironia. Sarà Riccardo Cucchi a premiare, insieme al presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna, i ragazzi del laboratorio di giornalismo della scuola manduriana. L’ultimo atto del concorso nazionale per giornali scolastici “Fare il giornale nelle scuole” si svolgerà giovedì mattina al teatro “Bonci” di Cesena.

Per questa quindicesima edizione del concorso, la scuola manduriana è l’unica di tutta la provincia (e una delle sei in Puglia) a fregiarsi del riconoscimento del concorso per giornali scolastici più prestigioso in Italia.

Il concorso nazionale premia ogni anno le migliori testate realizzate dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (dall’infanzia alle superiori, sono oltre 500 le testate in lizza), con l’intento di avvicinare gli studenti al mondo dell’informazione, sostenendo le iniziative già in atto nelle diverse scuole per la valorizzazione dell’attività giornalistica quale strumento di arricchimento del linguaggio e di maturazione di una coscienza civile.

Come prestigioso ospite della cerimonia, interverrà Riccardo Cucchi, lo storico radiocronista di Radio Rai, che ha lasciato le radicronache nell’ultima giornata dello scorso campionato commentando Inter-Empoli. Da questa stagione, invece, affianca la Giorgia Cardinaletti alla conduzione della Domenica Sportiva.

Sessantacinque anni ad agosto, la prima voce del calcio ai microfoni di Rai Radio1 prese la linea fu in un Campobasso-Fiorentina di Coppa Italia: “Ezio Luzzi era malato, toccò a me” ricorda Cucchi.

L’esordio in Serie A risale al 1982, Roma-Ascoli. Da allora, un numero indefinito di partite (“Mai preso nota di quante fossero, Sandro Ciotti fu più bravo di me”), nove edizioni delle Olimpiadi con l’oro dei fratelli Abbagnale nel cuore (“Avevo accanto Giampiero Galeazzi, urlava come un ossesso”), il sogno irrealizzabile di seguire in diretta la maratona di Londra 1908.











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