lunedì 23 settembre 2024


11/04/2018 08:26:15 - Avetrana - Calcio

Vestendo i panni di “Davide” in match sulla carta impari contro i “Golia” di questo campionato, ha conquistato la simpatia e i consensi di tantissimi addetti ai lavori

 

«Senza alcuna presunzione, posso affermare che l’Avetrana è qualcosa di più di una favola.. Nelle ultime due domeniche ho pianto per la gioia e per l’emozione. Ora misuriamoci col Fasano: abbiamo 2 punti di distacco a 180 minuti dal termine. Siamo in gioco per la promozione in serie D e non ci tiriamo indietro certamente adesso».

Intervistato al termine della partita vinta a Bisceglie (il 14° successo stagionale in 28 turni), Daniele Saracino, patron dell’Avetrana, è il volto della felicità. La precisazione sull’etichetta affibbiata alla propria squadra ha un senso. Ogni “favola” che si rispetti inizia con un “c’era una volta”. Se è vero che l’Avetrana è la rivelazione di questo torneo, che ha combattuto ad armi pari con avversari blasonati come Gallipoli, Casarano, Bitonto, Trani o Fasano, è altrettanto vero che ormai è una certezza, rispettata da tutti. Proprio perché veste i panni di “Davide” in match sulla carta impari contro i “Golia” di questo campionato, ha conquistato la simpatia e i consensi di tantissimi addetti ai lavori.

Con l’acuto di Bisceglie di domenica, ha una certezza: la qualificazione matematica ai play off. Ma ad Avetrana ormai si guarda ancora più in alto. Domenica si può scrivere un’altra pagina di storia. Al “Celestino Laserra” arriva la capolista Fasano, squadra tosta ricca di elementi che non sfigurerebbero in tante compagini della categoria superiore.

«Siamo al secondo anno di Eccellenza» ricorda mister Giuseppe Branà, il giovane tecnico biancorosso, alla prima, felice, esperienza sulla panchina del massimo campionato dilettantistico pugliese. «Siamo una piccola realtà rispetto a tante altre società di questo torneo che hanno militato anche in tornei semi-professionistici. La rosa è molto giovane, composta da tanti esordienti in Eccellenza. Ma a volte la storia del calcio ci insegna che i nomi non bastano. E’ il gruppo a fare la differenza. Alla base del nostro exploit c’è la compattezza e l’armonia che regna nello spogliatoio, ma anche il sacrificio, l’umiltà e la passione».

A chi ha rimarcato la splendida condizione atletica dei biancorossi, arma in più in questo ultimo scorcio di stagione, Branà risponde con una puntualizzazione.

«In rosa vi sono tanti giovani e, questo, sicuramente ci aiuta. Ma la nostra forza non è solo quella di correre, ma soprattutto quella di .. rincorrere gli avversari quando occorre recuperare la palla. Poi c’è qualcuno, come Cappellini, che, grazie alla propria tecnica, fa la differenza..».











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