venerdì 27 settembre 2024


13/04/2018 08:01:42 - Manduria - Attualità

L’intervista al sommelier manduriano Pietro Carmelo Mitrangolo

 

«Il vino? E’ come una bella donna: con il suo profumo e con la sua struttura, ti imprigiona..».

Ha iniziato per vanità, come, forse, tanti altri. Ma, poi, è nata in lui la passione, che coltiva ogni giorno, mettendoci testa e cuore per affinare la professionalità e per elevare la capacità di creare abbinamenti capaci di conquistare gusto e olfatto. Pietro Carmelo Mitrangolo, sommelier della delegazione di Taranto e degustatore ufficiale, gira il mondo per promuovere il vino, elemento principe dell’economia del posto, e, con esso, l’intero territorio. A tutti gli avventori, dal Vinitaly al London Wine Fair, dal Pro Wine di Dusseldorf al Canada, dispensa consigli (di)vini.

«Immagino la mia professione come quella dell’ambasciatore nel mondo dell’enologia e, in particolare, del nostro Primitivo di Manduria» afferma Pietro Carmelo Mitrangolo. «Lontano da affrancamenti politici, promuovo, insieme al Primitivo, le nostre bellezze e tutto il nostro patrimonio storico e naturalistico. Collaboro con un’azienda di Maruggio (Commenda Magistrale-Tenuta Bruno), con la quale siamo presenti in tutte le principali rassegne enologiche europee».

Il Primitivo di Manduria ha conquistato tutti i palati e, conseguentemente, tutti i mercati del mondo.

«E’ una grandissima risorsa del nostro territorio, con margini ancora enormi di valorizzazione» afferma Mitrangolo, che ha anche la licenza di sommelier e degustatore di oli. «E’ ricercato e apprezzato in ogni manifestazione fieristica. Conquista tutti coloro che partecipano alle nostre degustazioni».

La figura del sommelier cresce e, con essa, le potenzialità occupazionali di un mestiere diventato indispensabile nel mondo della ristorazione di livello.

«Non ci limitiamo a descrivere le caratteristiche di ogni vino. Andiamo oltre: per conquistare i degustatori è fondamentale centrare gli abbinamenti gusto-olfattivi con formaggi, marmellate, olive, miele, cioccolate. E’ importante anche la capacità di comunicazione: io ho perfezionato la conoscenza di inglese e tedesco.

Sicuramente il sommelier oggi è già un comunicatore del vino, spesso conosciamo personalmente i produttori dei vini che serviamo e oltre a portare sui tavoli il loro vino siamo in grado di portare un pezzettino dell’azienda grazie ai nostri racconti».











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