martedì 24 settembre 2024


17/04/2018 08:52:39 - Salento - Attualità

I giudici annullano le piante organiche della Asl: La Regione non può solo tagliare

 

Le dotazioni organiche delle Asl approvate dalla giunta Vendola tra 2011 e 2012, e nei fatti tuttora vigenti, non garantiscono la presenza del numero minimo di medici necessari a coprire i Livelli essenziali di assistenza. E poco conta se quegli organici sono stati determinati sulla base del tetto di spesa per il personale: il piano di rientro, con i suoi vincoli finanziari, secondo il Tar di Bari «resta un mezzo, non certo il fine delle scelte politico-amministrative della Regione in materia sanitaria».

Per questo i giudici amministrativi hanno annullato le delibere con le dotazioni organiche delle sei Asl, del Policlinico, dei «Riuniti» di Foggia e dell’Oncologico, cioè dei documenti che dicono quanti medici servono in ciascun reparto. E se la decisione, che comunque verrà appellata, non dovrebbe avere alcun impatto pratico (il numero di medici in servizio - si fa notare in Regione - è ancora più basso rispetto a quello previsto dalla pianta organica), il principio espresso dal Tar (sentenze 566, 569, 571 e 572, seconda Sezione, presidente Adamo) è destinato a far discutere: prima ancora di badare ai bilanci, scrivono i giudici, è necessario «soddisfare il bisogno di servizi sanitari essenziali della popolazione». Di più: pur essendoci un vincolo (il tetto di spesa previsto dal Patto per la salute), secondo il Tar «l’obiettivo di riduzione della spesa per il personale non è inevitabile se la Regione reperisce la copertura finanziaria del maggior costo» attraverso il bilancio autonomo. Se così non fosse, ragiona il Tar, quegli stessi vincoli sarebbero incostituzionali. Invece le scelte effettuate all’epoca dalla giunta Vendola «hanno dichiaratamente anteposto il rispetto dei limiti di spesa per il personale all’appropriatezza della prestazione sanitaria».











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