venerdì 27 settembre 2024


13/05/2018 07:58:04 - Manduria - Attualità

La relazione inviata a Mattarella dal Ministro Minniti

 

«Al termine dell’indagine ispettiva della commissione incaricata, è emersa la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, l’applicazione delle misure previste dall’art. 143 d3el d.l. 267 del 2000».

Sono le conclusioni cui arriva il Ministro dell’Interno Marco Minniti, contenute in una relazione inviata al Presidente della Repubblica, unitamente a quella della Commissione di Indagine sulle infiltrazioni della criminalità organizzata.

Senza indicare alcun nome, ma limitandosi a riprendere alcuni episodi (molti dei quali noti perché venuti alla luce attraverso l’inchiesta denominata “Impresa”), il Ministro Minniti sostiene che «il Comune di Manduria presenta forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’Amministrazione, nonché il buon andamento e il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica».

Il Ministro ricorda come «l’operazione giudiziaria “Impresa” abbia messo in luce i metodi attraverso i quali agisce una nuova organizzazione criminale, anch’essa riconducibile alla Sacra Corona Unita, che, attraverso estorsioni, voto di scambio elettorale politico-mafioso, infiltrazione nella gestione di appalti pubblici, nonchè traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, si impone sull’imprenditoria, sui commerci e sulla politica locale».

Nella stessa relazione si rimarca altresì come «l’uso distorto della cosa pubblica si è concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati, direttamente o indirettamente, ad ambienti malavitosi, per l’esistenza di una fitta ed intricata rete di cointeressenze, amicizie, frequentazioni che lega esponenti delle locali consorterie criminali o soggetti ad esse contigui ad amministratori locali, alcuni dei quali, peraltro, gravati da pregiudizi penali o di polizia».

Dal documento a firma del Ministro Minniti non emergono sostanziali novità rispetto a quanto già venuto alla luce attraverso l’inchiesta “Impresa”. Si ricorda il ruolo di un assessore comunale (non è indicato il nome, che il riferimento dovrebbe essere per Massimiliano Rossano), cui viene «riconosciuto il compito di garantire gli interessi della criminalità organizzata».

Analoghi interessi sono emersi in relazione ad «una vicenda di scambio elettorale politico-mafioso che ha interessato un altro amministratore locale, per la cui elezione alla carica di presidente del Consiglio è intervenuto, in maniera decisiva, il citato personaggio apicale della locale cosca, minacciando gravi ripercussioni nei confronti degli altri consiglieri qualora il “suo” candidato non fosse stato eletto presidente».

Si fa ancora riferimento alla concessione di «un alloggio di edilizia residenziale pubblica ad una donna legata sentimentalmente ad un esponente della Sacra Corona Unita» e alla «concessione dell’occupazione di suolo pubblico e all’installazione di strutture mobili da parte al titolare di un bar situato in piazza Garibaldi», ritenuto «facente parte di un’associazione di stampo mafioso», per il cui rilascio avrebbe fatto da “garante” lo stesso ex assessore.











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