lunedì 23 settembre 2024


18/05/2018 07:09:15 - Avetrana - Calcio

Le mani della criminalità organizzata nel mondo del calcio dilettantistico: le intercettazioni

 

L’operazione dei giorni scorsi della Squadra Mobile di Lecce, che ha portato all’arresto di due esponenti del clan Coluccia, ha fatto emergere una triste realtà: i vecchi proprietari del Galatina hanno alterato alcune partite delle ultime giornate del campionato di Promozione 2015-16 per cercare di favorire il salto in Eccellenza della squadra salentina e di danneggiare nel contempo l’Avetrana. Tentativo, però, fallito. La squadra avetranese dimostrò di essere più forte di ogni combine messa in atto dal Galatina, vincendo il campionato meritatamente. I leccesi raggiunsero poi l’Avetrana in Eccellenza attraverso i play off.

A far luce sull’intera vicenda le intercettazioni sulle utenze telefoniche di Luciano Coluccia, 69 anni, e del figlio Pasquale, entrambi, sinora, incensurati, ma oggetto di ordinanze di restrizione (ai domiciliari il primo, in carcere il secondo): a loro gli investigatori contestano una impressionante sfilza di gravi reati.

Ciò che interessa l’Avetrana e, molto più marginalmente anche il Manduria, è la gestione della società calcistica da parte della famiglia Coluccia. Gli episodi di frode sportiva sono dettagliatamente ricostruiti attraverso le intercettazioni. I dirigenti del Galatina si muovevano in due direzioni: da un canto cercavano di “ammorbidire” i propri avversari (prove sono state raccolte, in tal senso, alla vigilia della partita contro il Maglie, poi vinta dal Galatina per 2-0), e, dall’altro, promettevano premi (in un caso anche l’assunzione di un allenatore per la stagione successiva), alle compagini che avrebbero dovuto affrontare l’Avetrana. “Stimoli” in più, insomma, per fermare la marcia della capolista. Impresa che non riuscì al Maglie (l’Avetrana vinse ugualmente per 2-0), ma riuscì al Manduria. La squadra della città messapica, però, aveva battuto anche il Galatina due settimane prima. In altre parole, non fece sconti né al Galatina (superato grazie ad una rete di Riezzo al terzo minuto di recupero), nè all’Avetrana (battuta per 1-0, con una rete realizzata su calcio di rigore in avvio di partita e con gli avversari rimasti in 10 per l’espulsione del proprio portiere).

Secondo l’accusa, sono stati condizionati dalla criminalità locale anche alcuni risultati di squadre impegnate nella lotta per non retrocedere: nelle intercettazioni si fa spesso riferimento alle partite del Galatone, club che poi riuscì a centrare la permanenza.

Crediamo sia ora doveroso l’avvio di una indagine da parte della Figc di Bari che riguardi anche l’aspetto sportivo della frode. Crediamo sia giusto punire i tesserati (anche allenatori e calciatori, oltre che dirigenti), che si sarebbero macchiati del reato e che ancora oggi operano nel mondo dei dilettanti pugliesi.

Per la cronaca, l’Avetrana milita ancora in Eccellenza (quest’anno si è classificata al terzo posto), mentre il Galatina, rimasto senza società e senza stadio, è retrocesso in Promozione.











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