venerdì 27 settembre 2024


21/05/2018 07:06:46 - Manduria - Attualità

Una lunghissima relazione ricca di omissis

 

«Gli esiti dell’attività della commissione di accesso, intrecciandosi ed integrando - attraverso l’acquisizione di verbali, atti deliberativi, determine, provvedimenti dirigenziali - le risultanze di fonte giudiziaria poste in evidenza nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Lecce, forniscono un quadro grave e pesante della capacità del boss Omissis e dei suoi adepti di inquinare e condizionare le scelte politiche e l‘azione amministrativa del Comune di Manduria, compromettendone l’imparzialità e il buon andamento in maniera non occasionale, ma sistematica».

A queste conclusioni giunge il Prefetto di Taranto, Giovanni Cafagna, dopo aver esaminato la relazione della commissione d’accesso.

«Emerge, infatti, l’esistenza di un disegno criminale, che dalla fase elettorale al successivo svolgimento della vita amministrativa, è portato avanti dal Omissis, già condannato per 416-bis - associazione di stampo mafioso, tentato omicidio aggravato, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti (sentenza del 17 gennaio 2003, definitiva il 20  gennaio 2004 anni, 18 e mesi sei di reclusione) e ritenuto reggente della frangia della S.C.U. manduriana, fino a fargli dire  “teniamo il Comune nelle mani”» si legge nel documento, ricco di omissis, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’altro ieri.

«Questo progetto trae origine dal sostegno che Omissis, insieme agli accoliti Omissis, Omissis e Omissis, offre alla lista  civica “Omissis”, che compete nel turno elettorale del 2013 nella coalizione di Omissis, che sarà poi eletto Omissis.

Di quella lista fanno parte tra gli altri, Omissis, indagato per voto di scambio e coinvolto anche in  un’indagine  di  certificazioni infedeli per incidenti stradali; Omissis, ritenuto affiliato al clan e sottoposto del Omissis; Omissis, infermiere  in  servizio sempre presso lo stesso ospedale, i quali hanno avuto poi, con l’appoggio diretto del  boss, un ruolo di primo  piano nell’Amministrazione comunale, ricoprendo il Omissis e l’Omissis la carica di presidente del Consiglio e il Omissis quella di assessore».

Secondo il Prefetto Cafagna, «emerge la responsabilità di esponenti dell’Amministrazione e del Consiglio in un contesto inquinato che favorisce l’illegalità, come si rileva da alcune vicende amministrative gravi sulle quali la commissione di accesso si è soffermata, rimarcando elementi concreti, univoci e rilevanti di colleganza e condizionamento criminale».











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