venerdì 27 settembre 2024


04/06/2018 07:14:17 - Manduria - Attualità

A prendere posizione è il dott. Giuseppe Tommasino, che si fa interprete del “grido lacerante di dolore di una comunità bollata come mafiosa”

 

«Il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Manduria è stato un atto imprevedibile, grave e ingiusto. E’ stato fatto un uso distorto, bieco e spregiudicato del potere».

A prendere posizione non è un cittadino qualsiasi, ma un giudice, il dott. Giuseppe Tommasino, che si fa interprete del “grido lacerante di dolore di una comunità bollata come mafiosa” intervenendo ad una iniziativa pubblica promossa dal comitato promotore dell’impugnativa avverso tale decreto.

«Ho provato a leggere le 150 pagine della relazione, ma dopo poco ho desistito, in quanto mi sono sentito preso in giro: contiene fatterelli di cortile e tanti omissis» la premessa del giudice Tommasino. «La passata Amministrazione non meritava questo. Nessuno può mettere in dubbio l’onestà del sindaco uscente, il quale, candidandosi, aveva la consapevolezza di giocarsi tutto per il bene comune. Non entro nel merito della conduzione politica, ma posso comprendere la sofferenza umana dell’ex sindaco e dei suoi più stretti collaboratori nell’essere stati accostati alla criminalità organizzata.

Per cercare di giustificare un provvedimento ingiusto, il ministro, nella sua relazione, ricorre al mendacio, inventandosi che il sindaco sarebbe intervenuto per far assumere un pregiudicato da un’azienda titolare di un appalto pubblico. Premettendo che io non trovo nulla di male affinchè si aiuti a trovare un posto di lavoro chi è incappato in un errore nella propria vita (esistono leggi e sgravi fiscali per agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro), l’ex sindaco non lo ha fatto: anche il Prefetto, nella sua relazione, chiarisce che non sono stati trovati riscontri al contenuto di un colloquio fra due pregiudicati intercettato dalle forze dell’ordine. Il ministro, però, ha scritto il contrario».

Come reagire a questa “ingiustizia”?

«Ho notato differenti reazioni in città. C’è chi conviene che il provvedimento è abnorme, ma preferisce lavarsene le mani, cosa molto grave. Poi ci sono i disfattisti per natura, quelli del “tanto peggio, tanto meglio”. Ma a me piace anche pensare che ci sia qualcuno che si distingua per senso civico. Ecco perché» ha concluso il dott. Tommasino, «ho apprezzato l’iniziativa del comitato, che intende impugnare dinnanzi al Tar il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Manduria. Auspico, pertanto, numerose adesioni a questa iniziativa, l’unico rimedio per coloro che avvertono un senso di ribellione al marchio inflitto ad un’intera comunità».











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