Ecco il testo della lettera inviata al segretario regionale del Pd Blasi
«Caro Sergio,
A questo punto della vicenda regionale occorre fare un punto definitivo, almeno per quanto mi riguarda.
Come è noto io ho sempre considerato il presidente uscente come il candidato obbligato per le prossime elezioni.
Pur avendo egli condiviso la necessità elettorale e strategica di un’alleanza con l’UDC ed avendola concretamente cercata (vedi incontro con Casini) durante il rimpasto di giunta di questa estate, egli oggi ritiene che la sua candidatura sia più' importante della prospettiva politica aperta da quella alleanza. Questa sua opinione fa saltare la coalizione con l'Udc che abbiamo già costruito in Puglia nelle scorse amministrative perchè quest'ultima forza politica chiede al centrosinistra una candidatura diversa.
E qui sfortunatamente per me e per le persone che mi vogliono bene entro in ballo io. Perche' dalle consultazioni in corso emerge già due mesi fa che esiste un solo candidato che tiene insieme tutti i partiti e che dispone di sondaggi che rendono molto probabile la vittoria del Cs alle prossime elezioni. Ed e' solo questa la ragione di un pressing progressivo e sempre più' insopportabile che - nonostante tutti i miei pubblici e categorici rifiuti, Ti ha obbligato qualche giorno orsono ad indicarmi quale candidato del PD.
Tu hai formulato questa indicazione in totale solitudine e senza consultarmi e ciononostante non ho potuto rifiutarmi ancora perchè altrimenti, per ragioni opposte e contrarie a quelle del presidente della regione, avrei definitivamente assunto su di me la responsabilità di avere distrutto la coalizione che può farci vincere le elezioni.
La mia candidatura a questo punto doveva passare dalla assemblea regionale e poteva essere varata senza troppe complicazioni.
Ma io sono il sindaco di Bari e non posso non anteporre la difesa della mia città ad ogni altra considerazione.
Ti ho a questo punto detto che non avrei mai accettato senza una modifica della legge elettorale che riconducesse alla legalità repubblicana la legge regionale pugliese che prevede l'incandidabilità dei sindaci delle città più grandi.
A questo punto Tu ed il capogruppo PD Maniglio mi avete pubblicamente assicurato il voto del PD sull'emendamento "salva Bari". Ed allora ho deciso di accettare la Tua proposta senza ulteriori condizioni.
A seguito dei noti incidenti l'assemblea regionale non si e' potuta svolgere.
E sono dunque stato richiesto di accettare le primarie!
Certo primarie anomale, perchè pur trattandosi di primarie interne al PD, esse si svolgono tra il Presidente del partito ed un estraneo! E non v'e' dubbio che si tratti di primarie interne al PD atteso che nessun'altra forza politica aderisce a questa consultazione.
Nonostante questa anomalia ho detto ancora un altro si al partito democratico, ribadendo però che l'emendamento "salva Bari" era la garanzia minima che chiedevo non per me, ma per la mia amministrazione che non poteva essere sciolta da un minuto all'altro.
Ho letto ieri le Tue dichiarazioni su questo punto. Hai detto che il nostro segretario nazionale sostiene che il PD non può votare la legge senza la condivisione di maggioranza ed opposizione.
Il presidente uscente ha ribadito la sua indisponibilità a votare la modifica nonostante la accettazione da parte mia delle primarie.
Primarie che senza quell’emendamento non potrei che desiderare di perdere perchè avrei fatto del male alla mia città.
Come al solito Fitto ci aiuta a capire.
Le sue dichiarazioni odierne confermano che la pensa come Te.
Egli sa che se la Tua proposta di candidatura fosse la proposta del centrosinistra noi avremmo ottime possibilità di vincere le elezioni ed e' per questo che lancia la stessa battaglia del presidente uscente e non vuole cambiare la legge elettorale pugliese.
Nonostante la sua palese (sic!) incostituzionalità dimostrata dalla sentenza della Corte Costituzionale in un caso identico che Ti ho consegnato.
Potrei andare avanti, dimettermi da sindaco, come correttamente mi chiede Fitto, gestire durante le primarie la violenta reazione di tutte le centinaia di eletti che perderebbero il posto e che certamente, destra e sinistra, non voterebbero per me alle primarie, fare le primarie anomale con il presidente uscente, e poi cominciare la campagna elettorale, sperando che i sostenitori più accesi del mio antagonista abbiano accettato veramente il risultato delle primarie e sperando che nel frattempo Io sud, Udc ed Idv non si siano stancati di noi e del nostro dramma.
La campagna elettorale dovrebbe poi sopportare il disappunto dei baresi nell'aver perso il loro sindaco e la loro amministrazione non per un bel progetto condiviso da tutti (almeno nel PD) ma per una battaglia di potere che abbiamo dovuto lanciare a causa della indisponibilità del presidente uscente ad indicare un suo successore che riuscisse dove lui ha fallito e cioè nel costruire uno straccio di coalizione che lo sostenga.
A questo punto ho dei doveri verso me stesso e verso la mia storia personale.
Io non sono un politicante senza mestiere incapace di capire che non sono più' in grado di rappresentare il progetto politico necessario alla costruzione del bene comune.
Io sono un magistrato, un sindaco, il Presidente del mio partito, sono una persona seria ed in queste qualità io ti dico che a questo punto, al Tuo posto, andrei dal presidente uscente gli direi che vista la situazione di disfacimento nella quale ci troviamo, lasci a lui la decisione.
O si fa da parte e ci lascia indicare il candidato con maggiori possibilità di vittoria, oppure assuma la guida del centrosinistra o di quel che ne rimane e cominci la campagna elettorale subito, senza ulteriori perdite di tempo.
Io farò la mia parte per la Puglia e per il mio partito, senza rimpianti ed anzi con grande sollievo.
Non credo ci possano essere altre soluzioni.
Un ultimo invito a me stesso: mettiamo da parte tutti i rancori e salviamo almeno ciò che di buono abbiamo fatto in passato.
Un forte abbraccio».
Michele Emiliano