venerdì 27 settembre 2024


22/07/2018 09:09:05 - Manduria - Attualità

I consigli di Arpa Puglia

 

Oltre tre milioni e 250mila cellule potenzialmente tossiche sul fondale di un tratto di spiaggia libera di Torre Colimena.

A certificare la massiccia presenza dell’alga tossica nella località turistica di Manduria, che si trova ai confini con la provincia di Lecce, è l’ultimo bollettino dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la protezione dell’Ambiente, che ogni due settimane monitora 20 siti lungo gli 800 chilometri di costa pugliese. Un dato abnorme, se si considera che nelle Linee Guida redatte sull’argomento dal Ministero della Salute nel 2007, viene indicato il limite di 10.000 cellule/litro in colonna d’acqua per l’insorgenza di un eventuale rischio sanitario. D’altronde, il sindaco di Fasano non ha esitato ad emettere l’ordinanza di divieto di balneazione sino a ieri per due zone della litoranea fasanese: nelle acque antistanti il Faro di Torre Canne e nella zona di Forcatella. Eppure i valori registrati in queste aree nelle ultime analisi sono sicuramente da bollino rosso (rispettivamente un milione e 278mila e 328mila cellule), ma decisamente più contenuti rispetto a quelli di Torre Colimena, in cui si è registrato il dato più elevato degli ultimi due anni.

«Si tratta di microrganismi potenzialmente tossici che non superano i 60 millesimi di millimetro: prediligono acque calme, calde, ben illuminate e» spiegano dall’Agenzia, «pur essendo tipici dei mari tropicali, sono stati segnalati sulle coste pugliesi a partire di primi anni Duemila».

Come spiegare una concentrazione così alta di alga tossica a Torre Colimena e, soprattutto, come comportarsi per tutelare la salute dei bagnanti?

C’è chi ipotizza che la proliferazione dell’alga sarebbe stata favorita dalle condizioni di mare calmo degli ultimi giorni. Inoltre, le temperature sempre più calde agevolano la diffusione di queste alghe decisamente pericolose per l’uomo. Gli altri fattori ambientali che facilitano la proliferazione sono l’alta pressione atmosferica e le condizioni di irraggiamento favorevoli.

Secondo i sanitari, potrebbero provocare effetti transitori sulla salute dell’uomo, come ad esempio sono riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti e congiuntiviti.

Crediamo, pertanto, sia opportuno ripetere al più presto queste analisi, anche perché la concentrazione di questa alga tossica a Torre Colimena è quasi sempre stata nei parametri. L’allarme, insomma, potrebbe rientrare. Solo se i valori si confermassero così alti, allora sarebbe auspicabile una ordinanza di divieto di balneazione anche per questa località, al fine di tutelare la salute della gente.

Due raccomandazioni dell’Arpa per evitare gli effetti dell’alga tossica: evitare il consumo dei ricci di mare, i quali, a causa della loro eco-biologia (brucano sulle alghe), potrebbero potenzialmente accumulare la tossina, ed evitare lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate (le mareggiate favoriscono la formazione di aerosol marino, che può diffondere la tossina nell’aria).

COS’E’ L’ALGA TOSSICA OSTREOPSIS OVATA – E’ un’alga unicellulare del gruppo delle Dinoflagellate, con dimensioni comprese tra 30 e 60 micron (un micron equivale ad un millesimo di millimetro). Predilige acque calme, calde e bene illuminate.

E’ una specie tipica dei mari tropicali, che potrebbe essere stata introdotta accidentalmente in Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi. Le prime segnalazioni lungo le coste pugliesi partono dall’anno 2000/2001. Si sviluppa abbondantemente durante i mesi estivi.

SINTOMI - I sintomi di una possibile intossicazione sono faringite, tosse, disturbi respiratori, cefalea, nausea, raffreddore, congiuntivite, vomito, dermatite, febbre. La modalità di esposizione per il manifestarsi dei sintomi non è l’ingestione, ma l’inalazione di aerosol marino e cioè di microparticelle acquose in sospensione contenenti l’alga.

Questo giustifica i sintomi anche in soggetti che non praticano.











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