martedì 24 settembre 2024


30/07/2018 07:12:35 - Salento - Attualità

La Puglia chiama i Ministri: «Più controlli»

 

Si è tenuta nei giorni scorsi, nella sede dell’ssessorato regionale Agricoltura, una riunione su richiesta della Coldiretti Puglia e la Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare per affrontare il tema della sicurezza nelle campagne pugliesi. All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leo di Gioia, i componenti del Comitato tecnico dell’Osservatorio, i magistrati Andrea Baldanza e Cataldo Motta, e il presidente e direttore Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti e Gianni Cantele.

«Purtroppo i fenomeni criminosi – ha detto di Gioia - continuano e sono sempre più frequenti, piuttosto si assiste al fenomeno, preoccupante, che tali reati vengano sempre meno denunciati per via delle ritorsioni, con uno scoraggiamento degli agricoltori. La Regione farà del suo meglio per coordinare gli sforzi e presidiare al meglio il territorio». Dall’incontro - riprota una nota - è emersa la volontà di attivare a stretto giro una interlocuzione con le Prefetture, attraverso un coordinamento, e un incontro con i Ministri degli Interni e dell’Agricoltura per capire se ci siano le condizioni per intensificare, anche con gli strumenti già a disposizione dei Ministeri, il controllo del territorio.

«Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove i nostri agricoltori - dice Canetel - sopportano loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato. L’allarme della Coldiretti riguarda anche «quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, quando i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all’osso dalle gelate, varranno tanto da essere preda ambita di bande criminali italiane e straniere». Di qui la necessità di un potenziamento della Polizia regionale fino all’intervento dell’Esercito.

«Nei mesi scorsi avevamo aperto un dossier sul caso Puglia con l’allora Ministro Minniti - ha riferito l’ex Procuratore di Lecce, Motta, componente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – e dobbiamo continuare lungo il percorso intrapreso, sostanziando la funzione di presidio delle aree rurali, che va resa capillare, con un’attività conoscitiva, in modo da non arrivare impreparati alla prossima campagna olivicola». La sfida non è più con «ladri di polli», quanto con veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole. «Assistiamo alla “stagionalità” delle attività criminose in campagna – aggiunge Corsetti, direttore di Coldiretti - perché squadre ben organizzate rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, e rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca».

Le ronde notturne e diurne improvvisate dagli agricolotori non bastano più: occorre sensibilizzare gli agricoltori circa l’importanza di denunciare e occorre analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono mezzi e prodotti maggiormente appetibili e come è strutturata la «filiera» della ricettazione.

Accoglie con favore il tavolo di lavoro voluto dalla Regione il consigliere regionale Gianni Stea: «molti agricoltori hanno dovuto, con ulteriore aggravio di costi, far ricorso a uomini della vigilanza privata. Sono situazioni non più sostenibili, ribadisco la mia idea per l’impiego dell’ex Polizia provinciale come una vera e propria forza di Polizia rurale e la richiesta di intervento delle Forze armate».











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