venerdì 27 settembre 2024


03/11/2018 08:54:57 - Manduria - Attualità

Il Comune di Manduria ha inoltrato l’atto sia al legale rappresentante dell’Ordine dei Servi di Maria, proprietario della chiesa di San Michele Arcangelo, sia al legale rappresentante della Curia Vescovile di Oria

 

Entro cinque giorni della notifica di una ordinanza che reca la firma del dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Manduria (già pubblicata peraltro nell’albo pretorio del portale), dovranno essere effettuati tutti gli interventi di immediata messa in sicurezza della chiesa di San Michele Arcangelo, “atti a garantire la salvaguardia della pubblica e privata incolumità”.

Il Comune di Manduria ha inoltrato l’atto sia al legale rappresentante dell’Ordine dei Servi di Maria, proprietario della chiesa di San Michele Arcangelo, sia al legale rappresentante della Curia Vescovile di Oria, “ciascuno per quanto di propria competenza”. Com’è noto, infatti, se è vero che l’edificio sacro è di proprietà dell’Ordine dei Servi di Maria, da poco meno di un anno (da quando sono stati trasferiti i due sacerdoti di quest’Ordine), il servizio pastorale viene svolto dai sacerdoti dell’Ordine Secolare della Diocesi e proprio un mese fa lo stesso Vescovo Vincenzo Pisanello ha nominato il nuovo parroco. Nell’intesa allora raggiunta fra Servi di Maria e Diocesi sono regolate le competenze della manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesa, la cui parrocchia, proprio l’altro ieri sera, ha riavviato nei locali di via Roma, con una veglia di preghiera di preparazione alla festa di Ognissanti, le attività.

«In data 28 ottobre, presso la chiesa di San Michele Arcangelo si riscontrava il crollo del timpano della facciata dell’edificio, manufatto in conci di tufo in gran parte caduti sul lastrico solare sovrastante la prima cupola della navata principale» si legge nella relazione dell’ing. Emanuele Orlando. «Dal sopralluogo si evinceva la presenza, inoltre, di pannelli coibentati in poliuretano espanso intelaiati in una struttura portante in legno, probabilmente realizzata a protezione del lastrico solare contro gli agenti atmosferici. Il peso dei tufi caduti ha causato delle lesioni nell’intradosso della cupola nella chiesa e sulla facciata lato interno, oltre che il distacco di parti di intonaco e calcinacci. Le fessurazioni sopracitate necessitano di un ulteriore esame approfondito strumentale. L’opera dei Vigili del Fuoco consisteva nella rimozione dei conci di tufo apparentemente pericolanti e di alcuni pannelli e travetti in legno dalla copertura. Con relata di notifica consegnata al custode della chiesa, padre Gregorio Buccolieri, si provvedeva ad inibire l’accesso alla chiesa fino al ripristino delle condizioni di sicurezza».











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