martedì 24 settembre 2024


22/01/2019 18:04:06 - Salento - Attualità

Il progetto finanziato dalla Comunità Europea va avanti con particolare attenzione all'ecologia e un metodo plastic-free

 

Praticare l'acquacoltura “pulendo” il mare con gli stessi “rifiuti” dell'allevamento: è il cuore del progetto REMEDIAlife, (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture), coordinato dall'Università del Salento, che ha come obiettivo quello di migliorare l'ambiente dove si pratica l'acquacoltura, rendendola biologica ed ecologica attraverso l’utilizzo di organismi biorisanatori.

Quando si allevano pesci, i rifiuti da loro stessi prodotti (feci) e quelli del mangime rimangono nell’ambiente in cui sono allevati. L’accumulo dei rifiuti, causa anche un aumento della carica batterica con la possibilità di infezione per le specie allevate (e quindi per l’uomo che le mangia).

Partendo da queste problematiche, la prof.ssa Adriana Giangrande e i promotori del Remedia Life hanno capito che si potevano risolvere agendo direttamente sulla colonna d’acqua, creando una policoltura, all'interno di un impianto nel Mar Grande di Taranto, dove nei pressi delle gabbie di allevamento vengono allevati mitili, policheti, spugne e macroalghe. E allora, come una sorta di catena di montaggio, l’ambiente resta pulito perché i mitili mangiano il plancton e la sostanza organica di rifiuto, i policheti assorbono anche le pseudofeci dei mitili, le spugne filtrano i batteri, e le alghe utilizzano le sostanze inorganiche di rifiuto (Sali di azoto e fosforo) e così via. Non solo: anche la biomassa prodotta in questo modo viene poi utilizzata, con le alghe si possono fare fertilizzanti e mangime insieme ai policheti, ma questi ultimi possono anche essere venduti come esche oppure, come le spugne, possono essere utilizzati  per estrarre sostanze da sfruttare in farmaceutica e cosmetica.

In questa fase, tre gruppi hanno lavorato distintamente: quello dell'Università di Bari ha raccolto due specie di spugne, i cui frammenti sono stati sistemati in retine appese alle cime dei long-line, lunghe 6 metri circa, mentre quello del CNR di Taranto ha sistemato in superficie retine contenenti inoculi dell'alga Cladophora, raccolta in zona. Il gruppo dell'Università del Salento, infine, ha raccolto vermi tubicoli filtratori adulti, inseriti in retine e posti a circa 5 e 6 metri. Tutto il progetto REMEDIA è volto a far diventare l'allevamento di questi organismi biorisanatori tanto di routine quanto quello dei mitili.

Grande attenzione da parte del progetto, infine, sulla possibile sostituzione del materiale plastico nell’allevamento: già ora si predilige l'uso di materiali naturali, cominciando dall'uso di corde al cocco al posto di quelle di nylon,

Remedia Life (REmediation of Marine Environment and Development of Innovative Aquaculture), è finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito dei progetti programma LIFE E+nvironment della Commissione Europea, con durata di 4,5 anni quadriennale (luglio 2017- dicembre 2021). Vale complessivamente 2,48 milioni di euro, ed è nato nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università del Salento, in collaborazione con la sede IRSA CNR di Taranto, il Dipartimento di Biologia delll’Università degli Studi Aldo Moro di Bari e l’impresa Maricoltura Mar Grande s.r.l.











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