mercoledì 25 settembre 2024


25/03/2019 08:14:13 - Manduria - Attualità

«In merito agli scarichi, occorre attendere le nuove soluzioni, accettabili solo se garantiscono la tutela dell’integrità delle spiagge e del mare»

 

«Si spera che l’intervento di Barbara Valenzano abbia fatto chiarezza sugli scarichi del depuratore consortile».

Mario Del Prete, docente universitario che ha a lungo seguito l’iter del progetto del depuratore, interviene per commentare le ultime novità.

«Sin dalla modifica del Piano di Tutela delle Acque, proposta ed approvata dal Presidente Emiliano e dall’intero Consiglio Regionale, è stato eliminato lo scarico in mare, sostituito da scarico al suolo e riuso dei reflui in agricoltura, così come indicato nella relazione Del Prete–Caliandro, preparata per conto del Comitato Noscaricoamare di Manduria ed Avetrana e consegnata all’assessore regionale Amati dal Commissario Prefettizio di Manduria, dott. Lombardo, nel maggio 2012.

In un quadro piuttosto confuso, si sono poi aggiunte richieste di spostamento del depuratore, con grande difficoltà di trovare in tempi ragionevoli una soluzione condivisa e rapidamente cantierabile, per eliminare gli effetti inquinanti del vecchio depuratore. D’altro canto lo spostamento porrebbe altri problemi perché la normativa europea impone che agglomerati delle dimensioni di S. Pietro e Torre Colimena siano dotati di acqua e fogna con relativo sistema depurativo posto a quote compatibili.  Le paure della popolazione per gli impatti negativi dell’opera si possono agevolmente superare con le tecnologie attuali di occultamento e di controllo dei disturbi olfattivi dei chemioricettori.

In merito agli scarichi, fermi restando i vincoli normativi del recente Pta, occorre attendere le nuove soluzioni, accettabili solo se garantiscono la tutela dell’integrità delle spiagge e del mare. Lasciano perplessità alcune interpretazioni restrittive del D. Lgs 152/2006 sugli scarichi al suolo, l’uso di alcune terminologie improprie tipo trincee drenanti e il ritardo nell’applicazione della normativa riguardante il ravvenamento delle falde, nonostante siano vigenti quella europea del 2013 ed il D.M. 2016.  La Puglia è particolarmente interessata all’utilizzo dei reflui dolci per il ravvenamento delle falde costiere salmastre. E’ un problema che va posto al Ministero dell’Ambiente per poter applicare la nota tecnica del pressure ridge, migliorando l’equilibrio acqua dolce-acqua salata e risolvendo utilmente il problema dello smaltimento del surplus invernale dei reflui».











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