martedì 24 settembre 2024


22/05/2019 11:35:33 - Provincia di Taranto - Attualità

A livello nazionale Taranto è al 90° posto

Meglio la Puglia della Basilicata. Nella classifica finale dell’Indice di Salute dei capoluoghi di provincia italiani le città pugliesi sono mediamente messe meglio di quelle lucane. A livello generale, infatti, Bari è al ventunesimo posto, Foggia al ventisettesimo, la Bat al quarantunesimo e Lecce al sessantesimo. La prima delle due lucane è Matera, posizione numero ottantuno, che fa appena meglio di Brindisi (ottantacinquesimo posto), Potenza (ottantanovesimo) e Taranto, novantesimo, che chiude la classifica delle due regioni. Il dato è stato fornito dal quotidiano «Il Sole 24 Ore», che ha pubblicato la classifica stilata analizzando dodici indicatori. Va ricordato che l’indice della salute, per la prima volta quest’anno, verrà utilizzato per la graduatoria della «Qualità della vita 2019» ed è stato ottenuto aggregando le performance delle province su base regionale. Aggregazione che, nel complesso, ha dato i risultati migliori alle due province del Trentino alto Adige, seguite dalle sarde, lombarde e venete. All’ultimo posto le province laziali, inseguite negativamente dalla Basilicata e della Campania, mentre la Puglia in qualche modo si difende, ma non troppo.

La Bat è tra le migliori quattro in fatto di consumo di farmaci per ipertensione, ma Taranto, nella stessa classifica, è tra le peggiori dieci. Sempre la Bat è il terzo miglior capoluogo d’Italia in termini mortalità per tumore e Taranto è al secondo posto tra quelli migliori nella classifica della mortalità per infarto miocardico acuto, seguito da Bari al terzo posto, Bat al quinto, Foggia al nono e Lecce al decimo. I primati positivi, però, terminano qui. Dall’altro lato, infatti, c’è molto da raccontare. Nella classifica delle ricettività ospedaliera (posti letto ogni mille abitanti, dato riferito al 2017), la Bat è al terzultimo posto, mentre nell’emigrazione sanitaria tre le ultime dieci ci sono sia Potenza che Matera. Una curiosità: tra le grandi città, Milano e Firenze sono le uniche a comparire nella top ten, mentre altre come Torino e Roma (ma anche Bari, come detto), sono più giù in classifica. In generale, come spesso accade in questo tipo di «fotografia», è il Mezzogiorno nel suo complesso a risultare più arretrato e quasi sempre presente in misura massiccia in coda alle classifiche.

La classifica finale dello studio pubblicato su Il Sole 24 Ore è il risultato della media dei punteggi ottenuti dai diversi territori nei singoli indicatori. I quali, a loro volta, incarnano tre aspetti fondamentali della salute: performance demografiche registrate negli ultimi anni (incremento della speranza di vita alla nascita); fenomeni socio-sanitari (mortalità annua per tumore e per infarto e il consumo di farmaci);livelli di accesso ai servizi sanitari (dall’emigrazione ospedaliera alla disponibilità di posti letto e di medici). Il quadro è questo. Urge un’immediata inversione di tendenza, forse più urgente in Basilicata che in Puglia. Ma nel complesso, purtroppo, il quadro non è lusinghiero.











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