martedì 24 settembre 2024


29/11/2019 11:20:43 - Salento - Attualità

Ben 26 capi di istituto prendono posizione e chiedono alle famiglie di riportare i rapporti nell’ambito delle regole e del rispetto reciproco

I dirigenti scolastici dicono «basta» a quel rapporto alterato con le famiglie, cominciato già da tempo ma che è arrivato ad episodi di esasperazione pericolosi per il bene di tutte le componenti della comunità scolastica, studenti innanzitutto.

Non era mai accaduto che 26 capi d’istituto - di diverso ordine e grado - scrivessero una lettera aperta alle famiglie per ripristinare il dialogo e il confronto con le regole di ciascun ruolo (la pubblichiamo a parte). Si è arrivati a tanto dopo che svariati episodi accaduti in diversi istituti, che avrebbero dovuto essere risolti naturalmente in ambito scolastico, magari anche in modo dialettico, invece non solo sono stati affrontati, dalle famiglie, in maniera esasperata, ma hanno avuto anche un’eco pubblica peraltro non aderente alla realtà dei fatti.

Episodi che, in misura diversa, si sono ripetuti, in un crescendo che ha portato i dirigenti a mettere un punto fermo, tutti insieme. E a ricordare l’articolo primo di quel Patto di corresponsabilità che famiglie e alunni «firmano» al momento dell’accesso a scuola, in base al quale «la comunità educativa scolastica, nell’assicurare il diritto allo studio e l’effettivo esercizio della libertà di espressione, di pensiero, di coscienza, di religione a tutte le sue componenti, richiede il rispetto reciproco, formale e sostanziale, a tutti i soggetti che la compongono».

Maria Rosaria Manca, dirigente della secondaria «Ascanio Grandi», di Lecce parla «non di episodi particolari ma di un andazzo quotidiano. C’è quel genitore che pretende con modi poco ortodossi di avere ciò che non può avere, o che difficilmente si fa carico dello scarso rendimento del figlio colpevolizzando solo ed esclusivamente la scuola. Questo rende il percorso educativo per i ragazzi molto più difficile. Magari sono bravi professionisti ma incapaci di dare ai figli direttive chiare; genitori che, siamo al paradosso, piangono per un insuccesso scolastico dei figli. Questo è un segnale allarmante dal punto di vista pedagogico. L’insuccesso serve anche per ripartire. Purtroppo oggi manca il rispetto dei ruoli. Le cose potrebbero andare nella direzione giusta se solo avessimo famiglie capaci di condividere fino in fondo il patto di corresponsabilità ridando alla scuola quella centralità di cui la società oggi ha bisogno».

Maria Teresa Capone, della Direzione didattica «Ampolo» di Surbo, ammette che «c’è un disagio di fondo da parte delle comunità scolastiche, in tutte le componenti compresi i genitori. Un disagio che viene da uno sfilacciamento dei rapporti. Il disagio c’è anche da parte di molte famiglie che riconoscono il ruolo dell’istituzione scolastica e dei docenti ma si sentono messi nello stesso calderone di quella minoranza di genitori che si ingeriscono o si lamentano esageratamente, mettendo in atto un rapporto deformato; una minoranza che però è rumorosa. Ora serve che tutti recuperino il proprio ambito di competenza».

«Mi auguro che questa lettera aperta sia un punto di partenza - è l’auspicio di Loredana Di Cuonzo, dirigente del liceo classico Palmieri, di Lecce - per rinsaldare tra tutti gli attori della scuola, ragazzi, genitori, docenti, società, quella relazione di fiducia essenziale. La scuola è elemento fondamentale nella vita del Paese. Se non c’è la fiducia vuol dire che si mette in dubbio tutto. La relazione di fiducia si può recuperare con un atto di volontà da parte di tutti, in un lavoro comune per consolidare un rapporto relazionale positivo».











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