martedì 24 settembre 2024


06/03/2020 12:25:26 - Provincia di Taranto - Attualità

«I “frequentatori di fiaccolata” sono i tarantini che hanno perso un pezzo della loro vita, un respiro che non potranno più ascoltare, una madre che piange un figlio, un padre che guarda quella fiamma e spera che non accada anche ai suoi figli»

 

«Lettera aperta all'on. Rosalba De Giorgi.

Questa associazione, che evidentemente non ha gli strumenti per cambiare il corso inesorabile dei lutti che colpiscono Taranto, ha sempre denunciato la strage degli innocenti che si consuma quotidianamente in questa terra amata e martoriata attraverso manifestazioni, fiaccolate, sit in e quant'altro. E, voglia crederlo, avrebbe voluto poterne fare a meno, confidando nell’azione politica efficace, chiara e risolutiva dei suoi rappresentanti istituzionali, fra cui lei, dei quali è eclatante la drammatica assenza al coro del grido di dolore e di indignazione che si leva dalle nutrite fila dolenti delle famiglie colpite dal dramma che incombe ineluttabile su questa città.

Il nostro impegno e la nostra azione coincidono con i nostri slogan, caratterizzandoci quale presidio di coraggio e indignazione, dolore e denuncia.

“Noi non dimentichiamo i complici del nostro genocidio” è uno dei nostri mantra: la frase l' abbiamo anche affissa per le strade della città, in una dimensione visibile anche ai miopi. È una frase che compendia rabbia e speranza, afflizione e fiducia nel futuro.

Veniamo a lei, signora, che si è permessa di etichettare un signore (l'unico a protestare davanti al Comune, ma su questo ci torniamo dopo) "frequentatore di fiaccolate". Siamo rimasti inorriditi dalle sue parole e poiché crediamo sempre che le persone possano essere portate a ragionare, ecco qui, la invitiamo a ragionare su quelle "povere" parole.

I “frequentatori di fiaccolata” sono i tarantini che hanno perso un pezzo della loro vita, un respiro che non potranno più ascoltare, una madre che piange un figlio, un padre che guarda quella fiamma e spera che non accada anche ai suoi figli. Sono i figli che portano in braccio i nipotini di quei genitori persi troppo presto. Quel corteo, seppure non partecipato da tutte le centinaia di tarantini colpiti dai lutti, rappresenta il dolore di una città, il sacrificio umano che politici come lei hanno dimenticato. Li guardi. Guardi gli occhi di quei bambini ancora percorsi dal guizzo felice della vita, nelle foto sui nostri cartelli. Con quale sguardo pensa che approverebbero tanta latitanza, tanta indifferenza che finalmente si tenta di riabilitare attraverso un tentativo tragicomico di partecipare ad un tavolo, peraltro nemmeno voluto da voi? Con quali occhi leggerebbero tanta irriverenza al dolore dei loro genitori, bollati come abituali frequentatori di inutili contestazioni?

La persona che le scrive questa lettera è una madre, una di quelle che partecipò all'incontro con Di Maio, a Roma. Qualche giorno dopo uscii dal lavoro mezz'ora prima (a mie spese) per poter vedere Di Maio in una diretta dal Parlamento. Parcheggiai in fretta e corsi verso il portone di casa mia e la vidi arrivare, signora De Giorgi: lei entrava dal parrucchiere mentre io aprivo il portone per correre ad assistere alla diretta in TV, con il cuore pieno di speranza. L'aula del parlamento era vuota. Cercavo tra le poltrone un tarantino "onorevole",ma niente, nessuno di loro sono riuscita ad intravvedere, come non vidi nessun onorevole tarantino presiedere quell'incontro con Di Maio, a Roma. Eppure nell'ordine del giorno Di Maio doveva parlare proprio di Taranto. Lei, l'ho vista io, intanto era al parrucchiere, a Taranto, impegno istituzionale inderogabile, ma gli altri?

Le parole di Di Maio delusero tutti. Personalmente non fui delusa perché non ho mai creduto alle versioni double face delle vostre campagne elettorali ma, in cuor mio, confesso, avevo sperato di avere torto.

Da allora, le emissioni velenose non hanno mai smesso di intossicarci e di farci ammalare e dall'ultima fiaccolata, quella del 2019, sono morti 4 ragazzi sotto i venti anni e un numero imprecisato di tarantini. Altri si sono ammalati, anche mia sorella.

Ma torniamo all'uomo che l'ha contestata quando è uscita dal Comune. Si, è vero, frequenta le fiaccolate e porta ovunque un messaggio d'amore che accomuna tutti i tarantini: " I bambini di Taranto vogliono vivere". Così come meritano tutti i tarantini, compresi lei e gli altri frequentatori di poltrone, per quanto figli di una città che non so quanto sentiate ancora vi appartenga.

Una tarantina avrebbe abbracciato quell’uomo».

 

Sottoscrivono

Cinzia Zaninelli e il direttivo dell'Associazione Genitori tarantini

Dott. Marco Contini, cardiochirurgo

 











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