martedì 24 settembre 2024


07/03/2020 12:12:59 - Salento - Attualità

Il racconto di una infermiera dell’ospedale di Lecco, passata dal reparto di Neurorianimazione a quello «Corona-Ria» dedicato alla rianimazione dei pazienti affetti da coronavirus, al terzo piano del Manzon

 

«Sono passati dieci giorni o due anni, non capisco, non ricordo.

Mi guardo allo specchio e mi vedo stanca ed invecchiata.

Ognuno di noi lavora per due o per tre.

Giochiamo fuori casa, posti nuovi o quasi, colleghi nuovi o quasi.

Pochi riposi, non ci sono ferie o permessi, non ci sono figli o compagni.

Dormo male, ho bisogno di aria e son sempre rinchiusa.

Dall'inizio settimana è la prima volta che riusciamo a buttar giù qualcosa nello stomaco per cena.

Ci facciamo portare le pizze, arriva il ragazzo ed esco a prenderle.

Ho tolto la cuffia e la mascherina, ho i capelli in aria e puzzo di disinfettante.

Il ragazzo dalle pizze mi dice

-i soldi non servono, mettili pure via, una signora che aspettava le pizze ha sentito che dovevamo consegnare alla Rianimazione e ha voluto pagare lei. Ha detto di ringraziarvi tanto e vi augura buon lavoro-

Ecco una infermiera di Sala Operatoria, ex Neurorianimazione,  passata dall'oggi al domani in Corona-Ria, dopo una giornata di merda, spettinata e che puzza di disinfettante, che si commuove con sette pizze in mano davanti a un ragazzo della pizzeria Rida.

Buonanotte combattenti»

 

Sabina











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