mercoledì 25 settembre 2024


31/03/2020 10:21:39 - Manduria - Attualità

Il duro intervento di Francesco Di Lauro (Azzurro Ionio)

 

«Aqp e Regione hanno rimesso in moto un procedimento, la Valutazione di Impatto Ambientale, concepita a garanzia della partecipazione democratica nel pieno di una pandemia che tiene la gente in casa, tra paure e lutti e privazioni di ogni genere».

La reazione degli ambientalisti dell’area orientale della provincia alla notizia delle note integrative depositate da Aqp nell’ambito della procedura VIA per il sistema di scarico dei reflui del depuratore consortile Sava-Manduria non si è fatta attendere. Ad intervenire, con fermezza, è Francesco Di Lauro, presidente dell’associazione “Azzurro Ionio”, che invita a produrre indicazioni tecnico-progettuali alternative da anteporre in sede di VIA al “nuovo” progetto di scarico nel mare di Torre Colimena.

«Le “note integrative” riguardano una ipotesi già bocciata pochi mesi or sono dalla stessa Regione, e cioè lo scarico (emergenziale? complementare?) nel bacino di Torre Colimena, cioè praticamente in mare» rimarca Francesco Di Lauro. «Questa volta, però, gli uffici preposti hanno fatto di più: hanno chiesto una deroga al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale per poter attuare il progetto e quindi violare zone che, ad oggi, sono vincolate (il bacino dove vorrebbero scaricare è quello della Riserva Naturale Palude del Conte). Come dire che chiunque può prevedere un progetto dove non si può fare, salvo poi chiedere un permesso in deroga, cioè di disattivare un vincolo generale per un progetto che altrimenti non si sarebbe potuto nemmeno concepire.

La barbarie di questo modo di condurre il bene e gli appalti pubblici trova ulteriore coronamento nella considerazione che AQP e  Regione hanno rimesso in moto un procedimento, la VIA, concepita a garanzia della partecipazione democratica di enti, privati ed associazioni alla formazione di progetti impattanti sul territori e sull’ambiente, nel pieno di una pandemia che tiene la gente in casa, tra paure e lutti e privazioni di ogni genere: per costoro, e il loro sovraintendente commissario straordinario Emiliano, la vergogna è una categoria sconosciuta.

Attendiamo fiduciosi che questi gestori della cosa pubblica si avvitino nei propri progetti farlocchi, nell’attesa mai vana che un tribunale contabile, penale, amministrativo porti alla fine giustizia e pulizia. Nel frattempo, il Coronavirus non ha favorito solo l’agire di questi signori, ma anche coloro che per ventura volessero profittare del rinvio delle elezioni Comunali e Regionali per un progetto mirato, dedicato, che permetta almeno di gettare nel calderone elettorale nomi e cognomi delle tante facce che hanno costellato ed ancora costellano questa inqualificabile vicenda, senza fare sconti neanche a coloro che, all’ombra di paludate associazioni “ambientaliste” regionali, si guardano bene dallo svegliare il can che dorme e pestare i calli ai mammasantissima della depurazione e del governo regionale pugliese».











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