martedì 24 settembre 2024


01/04/2020 11:04:55 - Salento - Attualità

Le Dogane applicano una norma del decreto Conte: le forniture vengono gestite dalla protezione civile. E i doni della imprese potrebbero finire anche al Nord

La gara di solidarietà sta riguardando tanta gente. Grandi aziende, ma anche piccole imprese e anche singoli cittadini. Chi può, prova a dare un segno tangibile di vicinanza. E magari investe alcune decine di migliaia di euro per acquistare materiale destinato agli ospedali, a partire dagli indispensabili ventilatori polmonari che si producono - soprattutto - in Cina. E che da un paio di settimane, ormai, vengono fermati alla dogana su disposizione del commissario di governo, Domenico Arcuri: la legge gli consente di requisirle.

Sta accadendo anche ad un imprenditore del Tarantino che aveva acquistato, con soldi propri, un lotto di materiale sanitario da destinare agli ospedali pugliesi. Da alcuni giorni il carico è fermo a Ciampino, dove l’Agenzia delle Dogane ha dato attuazione a quanto richiesto da Arcuri (l’uomo che Conte ha incaricato di occuparsi delle forniture sanitarie): può passare solo ciò che è destinato ad ospedali pubblici, tutto il resto deve essere fermato e - se il commissario lo richiede - deve essere consegnato alla Protezione civile.

Quella della requisizione è una facoltà prevista dai decreti sull’emergenza. Al legittimo proprietario della merce verrà rimborsato il prezzo pagato per l’acquisto. Ma poi è la Protezione civile a stabilire dove andranno a finire i preziosi ventilatori (a Ciampino, insieme a quelli ordinati dall’imprenditore pugliese, ce ne sono fermi molti altri), e nessuno potrà sapere che fine farà la merce requisita. Se (almeno) finirà lì dove era destinata, o se verrà invece dirottata verso un ospedale del Nord.











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