martedì 24 settembre 2024


03/04/2020 10:12:17 - Salento - Attualità

Calano i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva. La nuova sfida è l’assistenza domiciliare

L’epidemia continua a passeggiare sul plateau, come amano chiamare gli scienziati questa fase di stallo, dove il numero di contagi sale ma meno di prima, quello dei morti scende ma mette sempre i brividi, i ricoveri si riducono al lumicino ma aumentano sempre più i Covid positivi che si curano a casa. Sarà perché i letti negli ospedali vanno verso il «tutto esaurito». O per effetto delle cure sperimentali, che forse cominciano a mettere la museruola al virus, impedendogli di scatenare quelle tremende polmoniti interstiziali che portano poi all’intubazione o al peggio. Ieri il bollettino serale ha segnato nel pallottoliere dell’epidemia 4.668 nuovi contagi, circa un centinaio in meno del giorno prima. Gli epidemiologi dicono che si inizierà a scollinare, ossia a imboccare la strada in discesa che porta alle fine del tunnel, quando l’R0, l’indice di contagiosità, scenderà sotto uno, ovvero un contagiato infetterà meno di una persona.

Per ora siamo ancora sopra l’1, anche se non di molto. E il numero dei nuovi positivi al virus cresce sempre meno. Dopo la piccola risalita di mercoledì ora sono discesi a 2.477, oltre 600 in meno. E questo è un buon segno, perché vuol dire che il sistema di assistenza è meno sotto stress. Infatti i ricoverati sono stati in un giorno poco più di un centinaio. Niente a che vedere con quelle infornate da quasi duemila ricoveri di soli dieci giorni fa. E anche le terapie intensive sono meno sotto stress. Ieri si sono dovuti intubare solo 18 pazienti, dieci giorni fa erano più di 200.

Dove va a finire allora questo sempre bel nutrito plotone di nuovi contagiati? In isolamento domiciliare. Ieri a mettersi in quarantena a casa propria sono stati in 2.322 e il totale ha oramai superato la soglia dei 50mila. «Per capire se questo sia l’effetto delle nuove cure sperimentali o del congestionamento degli ospedali bisogna vedere se il ricorso all’isolamento domiciliare aumenta di più nelle regioni con maggior numero di ricoverati oppure no», spiega Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza. E a vedere i numeri, che in proporzione danno una maggiore crescita dei pazienti in cura domiciliare a Sud si potrebbe ben sperare sull’effetto farmaci. Che a breve dovrebbero essere somministrati dai medici di famiglia anche a casa dei pazienti con sintomi ancora non gravi. Nel frattempo il virus continua però a mietere vittime».











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