martedì 24 settembre 2024


04/04/2020 15:08:29 - Salento - Attualità

In questo team vi è anche il ricercatore barese Andrea Gambotto

Lui lo definisce un vaccino abbastanza semplice, che hanno realizzato nel giro di 18 giorni, dal 21 gennaio all’8 febbraio quando hanno iniziato la fase di test sui topi. Andrea Gambotto, barese, laureato all'Università di Bari, associato al dipartimento di Surgery dell'Università di Pittsburgh, è uno dei membri del team di ricerca dell'Università americana che ha realizzato il cosiddetto vaccino-cerotto contro il Coronavirus.

«Lavoriamo da un po' di anni su questo tipo di vaccini e grazie alle tecnologie che abbiamo a disposizione siamo riusciti a metterla a punto in breve tempo. Questo tipo di malattia pandemica aveva bisogno di essere sperimentata velocemente e prodotta in grandi dosi. Con il team abbiamo isolato il virus utilizzando un pezzo di proteina del Covid 19 che si chiama Spike. Attraverso questo meccanismo se blocchi la chiave d’accesso, il virus non può più entrare nella cellula, e così le persone vaccinate possono sviluppare gli anticorpi. Diventerebbe quindi come un banale vaccino anti influenzale - spiega Gambotto - noi istruiamo il sistema immunitario per creare degli anticorpi contro questa chiave che ti permettono di essere protetto e di avere un decorso dall'infezione più blando».

«Stavamo lavorando su vaccini della Mers - ricorda - che stavamo testando sui cammelli in Arabia Sudita, l'approccio è simile: abbiamo cambiato la sequenza e la ricerca è stata pubblicata il 21 di gennaio. Già l’8 di febbraio avevamo questo vaccino in mano, così abbiamo fatto partire i test sugli animali, i topi in questo caso, in modo tale che ci desse una risposta anticorpale. I risultati di ieri sono a 6 settimane e ci dicono che la risposta immunitaria è quella che ci aspettavamo, perciò siamo abbastanza ottimisti sulla qualità del risultato. Promette bene insomma».

I TEMPI - Indubbiamente c'è grande attesa da parte di tutto e la gente si chiede: quando sarà pronto e disponibile il vaccino? Sulle tempistiche il prof. Gambotto spiega: «Non avendo una industria farmaceutica, i tempi sono leggermente al di sotto delle aspettative. Il nostro è uno sforzo accademico, poi se il vaccino diventa commerciale è compito dell’industria farmaceutica che lo porta nel pubblico, renderlo “virale”. Con questa malattia è tutto cambiato l’Fda richiede almeno 2-3 anni per la messa in commercio, ma in questo caso c'è un programma accelerato per la produzione. Non sarà al 100% accettabile per gli standard soliti dei vaccini, ma è talmente comune che la produzione non dovrebbe essere differente da quella dei vaccini contro l’epatite o l’influenza».

«In America c’è la corsa per trovare delle cure - prosegue Gambotto - nel giro di uno o due mesi inizieremo la sperimentazione clinica sugli umani. In questo caso dopo 8-10 settimane passiamo agli animali e dopo 2-3 settimane, una volta sviluppati gli anticorpi neutralizzanti, nelle successive 4-6 settimane gli anticorpi diventano efficaci».











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