martedì 24 settembre 2024


26/04/2020 09:45:40 - Salento - Attualità

Secondo l’ISS, rispetto al 16 aprile, l’aumento dei casi è stato del 18,1%, il secondo più alto dell’Italia, dopo la Sicilia

La discesa del numero giornaliero dei nuovi contagi non è, di per sé, sufficiente ad affermare che la fase calda dell’epidemia è passata.

Lo ha chiarito anche l’Istituto superiore di sanità: in previsione della fase-2, qualunque siano le decisioni del governo dovranno esserci anche adeguati meccanismi di monitoraggio. E soprattutto, poche regioni italiane possono davvero sorridere.

Tra queste non c’è la Puglia, dove - secondo il monitoraggio aggiornato a venerdì - la crescita dei positivi è ancora molto sostenuta: rispetto al 16 aprile, l’aumento dei casi è stato del 18,1%, il secondo più alto d’Italia dopo la Sicilia (per fare un esempio in Piemonte è stato della metà).

In Puglia la prevalenza (il numero di casi ogni 100mila abitanti) è pari a 95: non è alto in assoluto ma è il più alto del Sud (in Basilicata ad esempio è 31).

L’altro parametro chiave è l’indice di contagio Rt, che rappresenta il numero di casi secondari che si generano a partire da un singolo malato: se è minore di uno, l’epidemia si spegne. L’Iss ha calcolato per la Puglia un indice medio pari a 0,60 (con una forchetta tra 0,48 e 0,73), mentre quello della Basilicata non è stato calcolato perché i dati non sono ancora ritenuti stabili. L’Iss ritiene che il solo indice Rt (che è inferiore a 1 in tutte le regioni in cui è stato calcolato) non possa essere utilizzato per differenziare le misure di contenimento, e che - di per sè - non possa essere preso come unico riferimento: si tratta di un parametro statistico calcolato sulla base di stime (ad esempio sulla durata dei sintomi). Le misure di contenimento - spiegano gli esperti – servono proprio ad abbassare artificialmente il valore di R (che all’inizio è indicato appunto con R0, «erre con zero», perché indica i contagi secondari con una popolazione interamente suscettibile al virus): in Puglia, sempre secondo l’Iss, all’inizio dell’epidemia il valore di R era pari a 2,61, ha toccato un picco (oltre 3) il 28 febbraio e da allora ha cominciato a scendere per effetto, appunto, delle misure di distanziamento sociale.











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