martedì 24 settembre 2024


08/05/2020 10:12:43 - Salento - Attualità

L’annuncio del ministro dell’Economia nel corso dell’incontro in videoconferenza con le imprese. Intanto il governo pensa a dividere in due il decreto maggio da 55 miliardi: subito fondi per Cig e bonus, successivamente le norme per gli aiuti alle imprese

L’annuncio è stato dato ieri dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nel corso dell’incontro in videoconferenza con le imprese: la scadenza per il pagamento di tasse e contributi sospesi per l’emergenza coronavirus slitterà dal 31 maggio a dopo l’estate. Esattamente, al 16 settembre, che diventerà la data per il pagamento di tutti gli adempimenti tributari sospesi nei mesi di marzo, aprile e maggio, ma anche del saldo per tutti gli “avvisi bonari”, le cartelle esattoriali e gli accertamenti in scadenza dal 2 marzo scorso. Non è esattamente quello che ieri le associazioni delle imprese industriali e terziarie hanno chiesto al governo – ovvero di sospendere il pagamento delle tasse fino a fine anno – ma qualcosa è. Ovviamente tutto dipenderà dal varo effettivo del decreto legge “maggio”, che viste le difficoltà politiche nella maggioranza e le incertezze del quadro europeo del “temporary framework” potrebbe prevedere lo “spacchettamento” del provvedimento in due diversi e separati decreti legge.

Rischio ingorgo fiscale

Ma torniamo al rinvio delle scadenze fiscali. Come detto, la bozza dell’articolato prevede lo slittamento al 16 settembre del pagamento di tutti i versamenti sospesi tra marzo e maggio 2020; i versamenti potranno essere effettuati dai contribuenti in una soluzione sola o con quattro rate di pari importo (l’ultima in scadenza il 16 dicembre). Dal prossimo giugno invece tutto tornerà al regime ordinario, sempre sperando che l’emergenza coronavirus sia stata superata. Come anticipato dal “Sole 24 Ore”, incombe sui contribuenti anche la mina vagante rappresentata da oltre 30 milioni di atti di accertamento e cartelle esattoriali che in teoria l’Agenzia delle Entrate dovrebbe notificare da giugno a dicembre di quest’anno: l’idea dell’Agenzia e del governo è però quella di evitare un ingorgo fiscale imbarazzante facendo slittare con un accorgimento giuridico la notifica al 2021.











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