martedì 24 settembre 2024


12/05/2020 16:58:35 - Salento - Attualità

Il caso è stato commentato anche da Pinuccio, l’inviato di Striscia la Notizia

Una vigilessa troppo «zelante» mette a disagio la famiglia di una giovane 31enne, durante i funerali davanti alla chiesa dei santi Niccolò e Cataldo, all’interno del cimitero.

La madre ha postato su Facebook uno sfogo amaro e doloroso, in seguito al quale, ieri pomeriggio, il sindaco Carlo Salvemini le ha telefonato.

I fatti riferiti dalla signora sui social sono al momento in via di approfondimento da parte del sindaco, il quale ha chiesto

relazione sull’accaduto al Comando della polizia locale.

«Un episodio che mi fa riflettere per il modo in cui è stata gestita l’intimità del dolore» scrive Pinuccio, l’inviato pugliese di Striscia la Notizia sul proprio profilo Fb. «Le forze dell’ordine devono sicuramente fare il proprio dovere, ma dovrebbero farlo anche con molta umanità.

Si parla di 15 persone al massimo per ogni cerimonia. Nel caso di Lecce il tutto è avvenuto in un ampio piazzale (all’aperto) dove non vi erano più di 20 persone strette nel dolore ma fisicamente distanti tra di loro. Sarebbe opportuno che tanto zelo fosse applicato anche nelle piazze affollate da nord a sud. Tutti noi abbiamo visto le immagini di assembramenti sui corsi, sul mio lungomare e intorno ai luoghi storici della movida di tutte le città. L’eccesso di zelo non deve essere sinonimo di mancanza di umanità e rispetto per gli altri. Non vorrei che questa pandemia ci abbia reso meno umani di prima (e non è che prima stavamo messi benissimo). Vi lascio con le parole della mamma della ragazza scomparsa, scritte al sindaco.

“Lettera al Sindaco di Lecce

Non è accettabile che avvenga tutta questa persecuzione durante la celebrazione della messa del funerale di mia figlia Silvia che ha già dovuto sopportare in vita atroci sofferenze e non trovare pace nemmeno nel cimitero durante il suo ultimo saluto da parte dei congiunti che educatamente erano a 3-4 metri uno dall'altro all'aperto, continuare imperterrita a disturbare per chiedere nome e cognome col taccuino in mano mentre il dolore per la perdita della figlia ti attanaglia è veramente deplorevole e squallido.

Vengo dal cimitero di Bologna dove mia figlia è morta e nonostante si celebrassero i funerali nessun vigile a Bologna si è mai permesso di assumere atteggiamenti da campo di concentramento, anzi se si avvicinavano era solo per dare le condoglianze e ricordare le distanze. Allora credo signor Sindaco che la prima cosa che manca a questa vigilessa non sono l'apprendimento delle regole del Decreto, ma le basi più elementari della buona educazione, del rispetto del dolore atroce per la perdita di una figlia, del rispetto per la celebrazione funebre e poi non può avere libero arbitrio di modificare le regole a suo piacimento”.











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