martedì 24 settembre 2024


15/05/2020 22:00:56 - Salento - Attualità

Nella missiva richieste di aiuto e assistenza ai cittadini

I venti sindaci del brindisino hanno scritto ieri al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte chiedendo aiuto al Governo. Al centro della missiva la preoccupazione per le popolazioni amministrate e la richiesta di una serie di misure da adottare per poter continuare a dare aiuto e assistenza ai cittadini.

Le difficoltà incontrate: «Mai come in queste settimane avvertiamo la necessità di curare le comunità che amministriamo, di fare in modo che nessuno si senta escluso o rischi di non disporre delle condizioni per superare questo momento di difficoltà. Come le nostre comunità, anche i nostri Comuni sono in sofferenza. Il gettito fiscale dei nostri Comuni ha subìto un tracollo di decine di milioni di euro a causa del lockdown. La sospensione ed il differimento dei pagamenti previsti (solo per citare le principali: Imposta Municipale Propria, tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche, Tassa sui Rifiuti, Tassa di soggiorno, sanzioni del codice della strada) grava sulla già fragile tenuta finanziaria delle amministrazioni comunali che in questi anni hanno già visto compiere scelte difficili in riferimento al mantenimento e all'erogazione dei servizi locali.

Eppure, nonostante questo, anche nel corso dell'emergenza continuiamo a garantire i servizi pubblici essenziali per far sì che le città vadano avanti; che la comunità brindisina sia pronta ad affrontare con fiducia la Fase Due, quella della ripresa». Da qui la richiesta di interventi: «Le chiediamo una particolare attenzione alle amministrazioni comunali che stanno affrontando oltre l’emergenza sanitaria, anche quella socio economica dei propri territori alcuni, come i Comuni di Brindisi, Carovigno e Torchiarolo, anche in pre-dissesto con relativo piano di riequilibrio economico-finanziario. Il nostro ruolo non può essere esclusivamente quello di ricerca, a suon di tagli e dismissioni, di una compatibilità finanziaria derivante da decenni di sprechi, costi fuori controllo e polvere sotto al tappeto. Per questo chiediamo: l'abbattimento del “Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità”; la sospensione del rateo dei mutui contratti dalle amministrazioni con la Cassa Depositi e Prestiti; il rimborso delle tasse non riscosse, dalla Tosap alla Tari per gli esercizi commerciali, dal mancato gettito dei proventi da parcheggi alla tassa di Soggiorno, alle mancate entrate determinatesi dalla riduzione dei permessi a costruire; la sospensione per almeno 3 anni del rateo del piano di riequilibrio finanziario; il possibile utilizzo delle risorse accantonate per il rischio contenzioso». I sindaci chiedono infine anche l’adeguamento della macchina pubblica: «È inoltre indispensabile - questa emergenza ce lo sta mostrando chiaramente -intervenire su almeno tre fronti per rafforzare le pubbliche amministrazioni locali nell'espletamento dei propri compiti: occorre sostenere con risorse dedicate e professionalità adeguate un programma di digitalizzazione degli enti pubblici; occorre dare nuova linfa agli uffici degli enti locali attraverso un programma straordinario di assunzione di giovani preparati alle sfide del futuro; serve un importante investimento nel settore del welfare locale per giovani, anziani e cittadini e cittadine a rischio povertà».











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