lunedì 23 settembre 2024


19/11/2020 09:36:59 - Sava - Attualità

E’ la massima onorificenza concessa dal Comune di Milano. Quest’anno la riceveranno anche Fedez e Chiara Ferragni

Cosima Buccoliero, direttrice del carcere di Bollate e del carcere minorile Beccaria, sarà insignita dell’Ambrogino d’0ro 2020 dal Comune di Milano. Riceveranno lo stesso riconoscimento, nel corso della cerimonia prevista per il 7 dicembre (giorno di Sant’Ambrogio), anche la coppia Fedez e Chiara Ferragni, per la raccolta fondi milionaria per la terapia intensiva al San Raffaele nel periodo del lockdown primaverile; Fabio Concato; l’ex direttore del “Piccolo” Sergio Escobar; Giorgio Vittadini, professore di Statistica dell’Università “Bicocca” di Milano; Claudio Trotta, promoter di concerti; Ambrogio Beccaria, velista.

Con la massima onorificenza concessa dal Comune di Milano saranno insigniti pure Loredana Bulgarelli, suor Anna Monia Alfieri, Elisabetta Dejana, Ernesto Emanuele, Susanna Mantovani, Vincenzo Mazzaferro, Gabriella e Gigi Pedroli e la partigiana Antonietta Romano Bramo. Una speciale medaglia sarà poi consegnata ai familiari dei medici morti per Covid.

Cosima Buccoliero, savese di nascita e ormai milanese d’adozione, lavora da diciotto anni al carcere di Bollate, considerato unanimemente all’avanguardia. E’ stata prima vice direttrice e, ora, lo dirige: oltre 1.200 detenuti e circa 150 detenute.

Cosima Buccoliero è una donna forte dall’animo sensibile che governa le emozioni trasformandole in leva per il cambiamento. Il carcere di Bollate è uno dei fiori all’occhiello del sistema penitenziario italiano, quello minorile è una realtà difficile, sia per la giovane età dei detenuti, sia per l’angustia degli spazi.

«Io penso di aver contribuito a creare a Bollate un clima e una gestione più sereni, nonostante tutte le difficoltà che ci sono in carcere» ha recentemente dichiarato Mimma (così è conosciuta dagli amici) Buccoliero. «Fin dal 2001, insieme con la dottoressa Castellano, abbiamo puntato molto sull’organizzazione, cercando di non esasperare mai le situazioni. Su questa base è stato costruito l’istituto e questo secondo me ha fatto bene sia alle persone detenute, sia al personale».











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