mercoledì 25 settembre 2024


29/11/2020 10:04:00 - Manduria - Attualità

Le proposte sul presente e sul futuro del Giannuzzi avanzate dal movimento “Una strada diversa”

«In un momento di emergenza sarebbe opportuno evitare strumentalizzazioni sulla situazione del “Giannuzzi”, specie da parte delle stesse forze politiche che quest’estate ritenevano finita l’emergenza, e provare a ragionare sui correttivi da adottare per una situazione critica».

Il coordinamento del movimento “Una strada diversa” esprime delle riflessioni sulla decisione di riconvertire in struttura Covid l’ospedale manduriano.

«Questa decisione avrebbe probabilmente necessitato di maggiore trasparenza e collegialità e di tempistiche appropriate, considerando che quest’estate la possibilità che il “Giannuzzi” diventasse un ospedale Covid non era contemplata. La mancanza di una comunicazione adeguata e fluida tra Asl, Regione, amministrazioni comunali e cittadinanza ha finito per complicare una situazione di per sé critica» è riportato in una nota.

«Trasformare il “Giannuzzi” in ospedale Covid in pochi giorni crea infatti necessariamente delle gravi difficoltà per l’utenza, costretta a rivolgersi altrove per ricoveri, analisi e visite specialistiche, considerando il livello arretrato e inadeguato delle infrastrutture nella parte orientale della provincia. A tal proposito si potrebbe garantire un adeguato servizio di trasporto dei malati oncologici (e non solo) attraverso una sinergia tra Asl e associazionismo. Allo stesso tempo bisogna fornire a pazienti e famiglie un elenco delle prestazioni specialistiche disponibili presso gli ospedali non Covid.

Occorre implementare ulteriormente il personale medico e infermieristico per far fronte alla situazione. Allo stesso tempo bisogna agire sulla medicina di base e sui servizi territoriali per evitare ricoveri che non sono necessari e rischiano di ingolfare i reparti.

La situazione di emergenza può e deve essere lo spunto per immaginare un’altra idea del sistema sanitario nella nostra provincia dopo anni di tagli di risorse e reparti. È il momento per battersi non solo per salvare il “Giannuzzi” da una presunta chiusura paventata da alcune forze di opposizione, ma anche per immaginare di aumentare i reparti o di rendere adeguatamente funzionali quelli presenti implementando il personale medico e infermieristico.

Paghiamo in questi mesi le scelte miopi che da trent’anni a questa parte hanno trasformato troppo spesso la salute in un business, destinando cifre spropositate della spesa pubblica in favore delle strutture private (che non intendiamo demonizzare) e gestendo in maniera poco oculata le risorse. Una sanità pubblica di qualità, che metta al centro il paziente e le sue esigenze, gratuita e gestita al riparo da lottizzazioni e ingerenze indebite è possibile considerando le potenzialità del nostro sistema sanitario nazionale. Occorre però una classe politica che, al posto di essere impegnata in una “campagna elettorale permanente”, abbia una visione lungimirante per inaugurare una nuova fase quando l’emergenza in cui ci troviamo sarà finita».

Anche a Manduria».











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