mercoledì 25 settembre 2024


30/11/2020 09:28:26 - Manduria - Attualità

Questa sentenza rialimenta le speranze di coloro che, da diversi lustri, si battono contro il recapito in mare dei reflui depurati del costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava

Il Tar Bari ha accolto l’istanza cautelare di Regione e Comune finalizzata alla sospensione del provvedimento di diniego del Ministero dell’Ambiente sulla domanda di deroga allo scarico a mare del depuratore consortile.

A commentare questa sentenza, che rialimenta le speranze di coloro che, da diversi lustri, si battono contro il recapito in mare dei reflui depurati del costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava è l’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente della città messapica Ketty Perrone.

«Nell’ordinanza il Tribunale evidenzia la necessità di valutare la possibilità di riutilizzo irriguo dei reflui affinati nel rispetto della tutela dell’ambiente» dichiara l’assessore Perrone. «Il Tar rinvia all’udienza del 9 giugno per la decisione nel merito, anticipando che, prima facie, il vaglio eseguito dal Ministero per autorizzare o meno la deroga dello scarico al suolo appare inficiata da travisamento dei fatti emergenti dalla progettazione, sia in riferimento alla portata dei reflui che alla distanza dal corpo idrico. In altre parole il Tar, ad un primo esame veloce delle argomentazioni presentate da Regione e Comune di Manduria, ritiene che potrebbero esserci le ragioni per concedere la deroga che consente di evitare “lo scarico a mare” dell’acqua prodotta dal depuratore».

Il Tar ha tenuto conto «della importanza sotto il profilo ambientale, in termini di mancato inquinamento, di riutilizzo irriguo e di altri riutilizzi delle acque reflue affinate, di realizzazione di eventuale buffer ecologico, dell’impianto di depurazione dei centri abitati di Manduria (e marine di Manduria) e di Sava, i cui lavori sono in notevole stato di avanzamento e allo stato hanno subito un arresto per effetto del provvedimento impugnato». Ha inoltre considerato che «il vaglio eseguito dal resistente Ministero per autorizzare o meno la deroga (rispetto allo scarico in corpo idrico) dello scarico al suolo appare inficiato da travisamento dei fatti, atteso che la portata d’acqua da scaricare al giorno al suolo appare essere stata computata prescindendo dagli usi a monte dei reflui affinati, in particolare da quello irriguo (ma non solo), che conseguentemente la riducono fortemente, e che inoltre si prevede la eventuale realizzazione di un buffer ecologico, vale a dire di una zona umida nell'area di Masseria della Marina, di proprietà del Comune di Manduria, che fa da cuscinetto».

Secondo il Tar, infine, «nel determinare la distanza dal mare del luogo di scarico, appare che il Ministero abbia tenuto conto della distanza geodetica, e non già di quella idraulica utile».











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