lunedì 30 settembre 2024


08/03/2010 10:25:09 - Manduria - Attualità

Un pensiero per l'8 marzo

Ha ispirato poeti e romanzieri, scultori, e fotografi, canzoni, tragedie, commedie; provocato guerre, infuocato animi ardimentosi, dannato uomini, sancito patti di sangue, siglato trattati di pace, perorato cause senza precedenti.
Ha fatto scacciare Adamo dal Paradiso terrestre, glorificato Dio, inneggiato a Satana con il suo corpo. Lei... la donna, dai versi solenni di Dante per Beatrice, metafora sublime del mondo femminile ai versi di Fiorella Mannoia, in cui le sue protagoniste, dolcemente complicate e sempre emozionate,
aspettano i complimenti del playboy, con una piccola sosta nella canzonetta Salerno-Squillo: “siamo donne, oltre le gambe c'è di più”.
Secoli e secoli di storie, una galleria senza soluzione di continuità di volti per tutte le coloriture dell’amore con al centro lei, il fascino e la passione, eros e thanatos di un rapporto tra i due sessi che mischia alla tenerezza delle grandi love stories il sangue degli amori criminali. Una mimosa, primizia che introduce al bello che viene, una festa, l’8 marzo, per ricordare il sacrificio di 129 donne di New York arse vive dal padrone dell’industria Cotton in cui lavoravano, un pensiero rivolto a quante hanno marciato, gridato, combattuto, preteso diritti e rispetto, una certezza: la vita da cui tutto ha
origine è donna.
Una ricorrenza per ricordare alla società il  rosa che avanza, conquista e determina, per rinnovare l’impegno di tante  disposte a riscattare l’immagine del gentil sesso perso nelle protesi di misure  che crescono incontenibili, del perizoma in bella mostra su isole, su riviste patinate riservate a maquillage e chirurgia estetica, palinsesti televisivi di ogni coloritura politica diventati gineceo dell’effimero, melassa mediatica del voyeurismo a tutte le ore su pubblico e privato da consumarsi sul divano mentre la cornetta ansimante alimenta le linee hard di signorine accaldate e dalle curve di plastica bollenti.
Sarà vera gloria? Una festa per celebrare realmente la donna, magari assoggettata alle leggi del mercato, zecca di stato dei sentimenti da prezzo corrente, un’occasione per fare bisboccia in locali in
cui trasgredire è d’obbligo, o esaltazione di un femminismo che tradisce nei fatti ciò nobilita con le parole? Luci ed ombre di una giornata da copione del perfetto eloquio, mentre all’angolo si mercificano le prestazioni della class action del sesso forever ad ogni ora.
La donna, ricordiamola pure, non in uno ma in mille modi, quando dà la vita, mentre compie il miracolo sublime del nuovo che si rinnova e nasce, operazione di restyling perfetto di un’immagine
giunta al collasso dell’indecenza.
Auguri donne, da parte della nostra redazione, nel senso autentico del termine, e nel ricordare insieme a voi il sacrificio delle pioniere della vostra condizione attuale, ci permettiamo di
promuovere un’immagine più decorosa del gentil sesso, divenuto vittima della sua stessa vanità.

Mimmo Palummieri
 










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