martedì 12 novembre 2024


17/02/2021 09:27:49 - Provincia di Taranto - Attualità

A salvare lui e la sua famiglia furono le “quattro giornate di Napoli”. La sua città insorse prima dell’arrivo degli Alleati e fu subito libertà

Questa la lezione per oltre 100 studenti dell’istituto comprensivo Bonsegna–Toniolo  di Fragagnano grazie alla testimonianza diretta di Ugo Foà, classe 1928, chiamato a raccontare la propria esperienza di vita, la scuola negata, quella dicitura “di razza ebrea” che accompagnava, in quegli anni di persecuzione, il suo nome. Una iniziativa organizzata dal Comune di Fragagnano e dalla locale Pro loco, con la collaborazione dell’istituto comprensivo Bonsegna–Toniolo.

Due gli appuntamenti: lunedì 15 febbraio per gli alunni della scuola secondaria di I grado “De Amicis”; martedì 16 per le classi IV E V della scuola primaria “Toniolo”.

“Oggi posso essere semplicemente Ugo Foà” spiega ad una platea attenta di studenti. “Voi sarete la prima generazione a portare la testimonianza dei testimoni”.

Ad accogliere Foà, assieme alla dirigente scolastica Alessandra Sirsi, l’assessore alla Cultura Lucia Traetta e la presidente della Pro Loco Nunzia Digiacomo.

“E’ fondamentale – ha sottolineato la dirigente scolastica –cogliere l’importanza della scuola non solo come luogo di aggregazione e di opportunità, ma anche come luogo dove i ragazzi possano apprendere l’importanza di rispettare gli altri, avendo atteggiamenti sempre di inclusione, di non violenza”.

Ha parlato di “una occasione straordinaria per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti delle importanti esperienze di vita che mai più devono ripetersi ” l’assessore Traetta.

Nessuno si indignò quando, una mattina, Ugo seppe che non sarebbe più potuto andare a scuola. “Il Regio Decreto del 5 settembre 1938, XVI dell’era fascista di Vittorio Emanuele III decreta che – legge lo stesso Foà – nelle scuole di ogni ordine e grado non potranno più essere iscritti alunni di razza ebraica”. “Quel giorno piansi” racconta Foà. “Mi hanno strappato la scuola di dosso, mi hanno tolto un pezzo di vita”. “Scoprii il concetto di razza”. Cita Albert Einstein che partendo per gli Stati Uniti scrisse di sé nella scheda che lo riguardava di “razza umana”.

“Mi ferì l’indifferenza” racconta Foà. “Nessuno tra i miei compagni venne a chiedermi cosa fosse successo”. “Studiai da privatista, all’esame la presidente di commissione mi disse che il mio banco era quello in fondo, laggiù in un angolo, lontano da tutti. Poi si avvicinò e a bassa voce mi disse: Fatti coraggio, Ugo. Seppi poi che era una militante antifascista. Quel giorno, dovetti scrivere ‘di razza ebrea’ accanto al nome sul mio tema”.

Al Regio Decreto seguirono altre leggi. Una del 1939 imponeva ai capifamiglia di religione ebraica ad andare in Comune per autodenunciarsi. A salvare lui e la sua famiglia furono le “quattro giornate di Napoli”. La sua città insorse prima dell’arrivo degli Alleati e fu subito libertà. Un vissuto che per decenni Foà ha tenuto per sé, fino a che, 40 anni dopo, il negazionismo dilagante, lo ha indotto a raccontare la sua esperienza. “Mi son stati tolti 1.000 giorni di scuola ed ora – quando vado ad incontrare gli studenti – è come se recuperassi quei giorni perduti”.

Poi il messaggio: “Farsi testimoni dei testimoni, per ricordare, per non diventare indifferenti, per non disperdere la memoria”. E proprio attorno alla memoria gli studenti dell’istituto comprensivo Bonsegna–Toniolo hanno lavorato per settimane.

Puntuali le domande formulate dagli studenti, poi una lettera che raccoglie le emozioni suscitate dalla lettura del suo libro e la proiezione degli elaborati video realizzati per l’occasione che il sig.Ugo Foà ha chiesto di poter ricevere, in modo da poterli custodire insieme a tutto il materiale degli studenti d’Italia che gelosamente conserva.

Una lezione di vita tutta da ricordare.

 “E’ stata – ha commentato la presidente della Pro loco – un’esperienza emozionante,intensa e delicata per me, ma soprattutto per gli studenti, ai quali Foà ha voluto consegnare la sua eredità. E’ doveroso ringraziare la casa editrice Manni per averci dato la possibilità di incontrare Ugo Foà, la dirigente scolastica e tutti i docenti per aver coinvolto, con passione, gli alunni nell’approfondimento di una tematica così importante”.











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