lunedì 23 settembre 2024


25/03/2021 10:05:51 - Salento - Attualità

La società coinvolta ha dimostrato che gli acquisti erano stati effettuati con il pagamento dei bonifici e con la rivendita dei beni

Sei avvisi d’accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate di Lecce, per un importo di ben 50 milioni di euro. Ma l’impresa li impugna e la seconda sezione della Commissione tributaria provinciale accoglie il ricorso, decretandone la nullità.

La vicenda è legata ad una serie di verifiche fiscali della Guardia di Finanza nei riguardi di un’azienda operante nel settore della compravendita di metalli preziosi. Riscontri effettuati nel 2018 relativi agli anni 2013 e 2014. In sostanza veniva contestato l’utilizzo di fatture per operazioni ritenute inesistenti, nonché costi non documentati in relazione ad una serie di acquisti di beni da parte dell’azienda.

I giudici tributari, tuttavia, con un’adeguata fase istruttoria e con la nomina di un consulente tecnico d’ufficio (Ctu), hanno svolto un’analisi della documentazione contabile della società rilevando che le fatture d’acquisto dei beni risultavano regolarmente annotate nel registro Iva acquisti, nel libro giornale, nella dichiarazione Iva per l’anno 2013 e nel bilancio d’esercizio. In buona sostanza, la Commissione tributaria ha annullato le presunzioni dell’Agenzia delle Entrate che, come detto, riteneva gli acquisti inesistenti, quando invece la società ha dimostrato che erano effettuati con il pagamento dei bonifici e con la rivendita dei beni.











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