martedì 24 settembre 2024


26/04/2021 12:03:21 - Manduria - Attualità

La reazione di Liliana Gentile, una delle due signore: «Il fallimento è dei genitori: vostro figlio non ha capito nulla di questa pandemia e questo è il frutto del vostro fallimento»

All’arroganza e alla maleducazione di alcuni ragazzi (purtroppo non pochi) sembra non esserci limite. L’episodio che si è verificato ieri mattina ne è la conferma. Due signore facevano footing in via Sorani. Altre due dello stesso gruppo, nel rispetto delle regole anti Covid, erano più lontane. Correvano per tenersi in forma, sfruttando forse la prima vera giornata primaverile. Ad un tratto, quattro ragazzi in bici hanno affiancato due signore e uno di loro ha sputato, senza alcuna ragione: una delle due donne è stata raggiunta in faccia; l’amica, fortunatamente, è stata raggiunta da meno gocce di saliva.

«Abbiamo cercato di raggiungerli, ma loro erano in bici» ha raccontato Liliana Gentile attraverso i social. «Per coincidenza, in quei frangenti è passato il mio compagno in auto. Gli abbiamo raccontato l’episodio e lui, con l’auto, è riuscito a raggiungere il ragazzo che ha sputato. Ebbene, si è dimostrato anche codardo, perché ha scaricato agli altri la responsabilità.

Ma io l’ho visto bene: aveva una giacca scura tipo militare e uno zainetto verde e andava in bici intorno alle 12,30. L’amico indossava una giacca a vento verde fluo, penso della Legea».

Non è il primo episodio increscioso che vede protagonisti i ragazzi della generazione 2000. Proprio due anni fa, di questi tempi, si era appena consumata la tragedia che costò la vita al signor Antonio Stano. Leggendo i commenti al post pubblicato da Liliana, altresì, un altro manduriano ha segnalato che l’anziano padre, seduto su una panchina del centro, è stato a sua volta raggiunto dagli sputi di alcuni ragazzi. Sarà questo un nuovo orribile divertimento?

Mi fermo spesso a riflettere sul fatto che le precedenti generazioni sono cresciute con un’educazione ben precisa, stabilita all’interno di contesti familiari definiti, con ruoli ben riconosciuti: i figli eravamo noi, i genitori erano loro. Ne derivava una serie di regole imposte da loro e accettate da noi, un senso del rispetto e del dovere, una libertà di scegliere sbagliando, un imparare che cadendo ci si fa male, che prendere decisioni è difficile ma necessario.

Poi siamo cresciuti e alcuni di noi si sono persi. Sono diventati genitori e si sono nascosti dietro l’assurda idea di rendere la vita dei nostri figli più facile possibile, di aiutarli in tutto, evitare loro cadute per evitare sbucciature, evitare decisioni e scelte, scegliendo per loro e anticipando risposte: evitando di fatto l’uso della propria testa. Ed eccola qui la generazione 2000 prodotto di questi genitori che hanno perso un po’ il senso del loro ruolo.

Viviamo in un mondo dove c’è noia, mancanza di valori, di ideali, di progetti futuri, dove nulla dà soddisfazione e le persone più deboli vengono attaccate. I ragazzini non sanno come passare il tempo e si inventano le cose più orribili.

Ma questi ragazzi non sono diversi da noi, sanno essere meravigliosi e sanno insegnare tanto a noi adulti, ma sono tanto più fragili di noi. Non sono più svegli, né più intelligenti, sono solo più dannatamente fragili e a volte questa fragilità sconfina in una grande maleducazione e poco rispetto dell’adulto, quindi del genitore. Un ragazzo non pronuncia termini offensivi o volgarità se non le ha sentite dai propri familiari; un ragazzo non è maleducato con gli adulti e gli anziani se ha ricevuto un’ottima educazione dai propri genitori.

I tempi cambiano e le società si evolvono, il progresso non si fermerà mai, bisogna imparare a gestirlo tenendo punti fermi, ruoli, regole, rispetto, in definitiva educazione. Bisogna che questi genitori ritrovino la voglia, il carattere e la forza di fare il genitore, bisogna smettere di delegare l’educazione ad altri, di giustificare comportamenti ingiustificabili, di difendere figli indifendibili. Bisogna avere il coraggio di fare il genitore, che è davvero il lavoro più difficile del mondo.

Non è un caso se Liliana, nel suo post, si rivolge proprio alla madre di questo ragazzo, “maleducato e codardo”. Compiendo, una volta sbollita la rabbia, anche un gesto di grande apertura.

«Ora, cara signora, le assicuro che se voglio ho i mezzi per trovare suo figlio» è l’ultima parte del post di Liliana. «Nel frattempo, se il fenomeno vuol venire a porgerci le scuse, io e le mie amiche siamo ben disposte ad accettarle».

Sarebbe un atto di ravvedimento non solo del ragazzo, ma soprattutto dei genitori, ai quali spetta il compito, non facile, di riportare il loro figlio sulla retta via.

(foto d'archivio non inerente l'episodio descritto)











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