martedì 24 settembre 2024


04/09/2021 08:53:56 - Manduria - Attualità

Dalla rabbia alla commozione: «Il mio appello è stato mal interpretato da qualcuno. Io amo questa terra, che è la mia terra. Ma vorrei che si facesse leva sull’orgoglio di tutti per contribuire ad una sana crescita»

Dalla rabbia alla commozione. Dalla delusione alla rinnovata speranza che qualcosa possa cambiare.

Il furto della propria auto e l’ormai quasi insperato ritrovamento dopo pochi giorni ha generato un turbinio di emozioni in Samantha, la donna, originaria della provincia jonica, che vive, per lavoro, in una regione del nord dell’Italia.

Il suo post, un vero e proprio appello disperato indirizzato a tutti coloro che, in qualche modo, avrebbero potuto aiutarla a ritrovare l’auto, ha colpito, ma ha anche diviso, la gente. Tantissima la solidarietà che Samantha ha ricevuto. Non sono mancate, però, delle critiche da parte di coloro che non hanno probabilmente compreso lo stato d’animo di Samantha.

«Il mio post è stato sicuramente mal interpretato da qualcuno» è il commento di Samantha, raggiunta telefonicamente dopo che si è diffusa la notizia del ritrovamento della sua auto. «Il mio era un gesto d’amore per questa terra, che è e sarà sempre la mia terra. E’ una terra bella, con posti incantevoli e con tanta gente per bene. Ma è anche una terra sfortunata, sempre in attesa di un riscatto definitivo. Mi spiego meglio. Tante aree del nostro Sud, purtroppo, sono “ferite” e “violentate” dalla presenza della piccola criminalità, dai rifiuti abbandonati dappertutto, dai tanti disservizi, per fare qualche esempio.

La mia rabbia è proprio questa: perché non impegnarci tutti quanti per un vero riscatto? Perché non far leva sul giusto orgoglio di appartenenza a questa terra per lottare affinchè tutto cambi? Possibile che non si riesca a voltare pagina, anche iniziando dalle cose più semplici? Ad esempio, tenendo puliti gli angoli magnifici di una terra unica?

Il mio post, scritto in un momento di rabbia e di crisi, andava interpretato proprio così: io amo questa terra e in questa terra ci ritorno sempre. Nel mio cuore alberga la speranza di una crescita generale.

Poi, lo ribadisco, le cattive persone ci sono dappertutto. Non solo al Sud.

Anzi, vorrei rimarcare come, proprio a Manduria, c’è stata tanta gente che ci è stata vicina. C’è stata una persona che, dal primo giorno, ha preso a cuore la mia vicenda, cercando in ogni dove la mia auto. Altra gente che, mentre io formalizzavo la denuncia di furto, notando i miei familiari in attesa all’esterno del Commissariato, li ha invitati nella propria abitazione, fornendo loro tutto ciò di cui avevano bisogno in quel momento.

Gente straordinaria e meravigliosa, dal cuore grande, ospitale come solo qui al Sud si è capaci di essere, che io spero presto di venire a ringraziare personalmente».

Samantha ricorda il momento del furto della sua auto.

«Avevo deciso di trascorrere l’ultimo giorno di vacanza in contrada Monaco Mirante, fra Campomarino e Torre Borraco. E’ un tratto di spiaggia splendido, frequentato da poca gente, che io preferisco anche perché ho sempre con me il mio cane e, quindi, cerco dei posti più isolati per evitare di creare problemi ad altri bagnanti.

Intorno alle 14,45 mi ha raggiunta mio fratello. La mia auto era ancora parcheggia lungo la litoranea, proprio perché rappresentava per mio fratello il punto di riferimento per trovarmi. Un’ora dopo, risalendo dalla spiaggia, l’auto non c’era più.

Per me è stato un vero e proprio shock. Ho avuto una crisi di pianto tale da indurre la Polizia a far intervenire un’ambulanza: i sanitari hanno verificato la regolarità delle funzioni vitali prima di lasciarmi andare.

Ho coinvolto, attraverso il mio appello, tante testate on line, i cui rappresentanti sono stati gentilissimi. Il mio post, in cui vi era anche la foto dell’auto, è stato condiviso da centinaia di persone. Il mio obiettivo? Speravo che il messaggio arrivasse ai ladri e, almeno in quei primi momenti, speravo in un miracolo».

Il miracolo si è verificato, ma dopo qualche giorno.

«Ormai non ci speravo più. L’auto, un’Alfa Mito bianca, è infatti fuori produzione. Non essendoci arrivata anche richiesta estorsiva, credevo che l’avessero utilizzata per ricavarci dei pezzi di ricambio…».

Invece, l’altro ieri, il telefono squilla e…

«Già, e dall’altro capo del telefono mi è stato annunciato il ritrovamento dell’auto. Stranamente pare manchi solo il baule: non so cosa ne faranno, essendo vecchio e dal valore di poche decine di euro. Vi erano invece le gomme nuove, che non hanno rubato. Non so ancora se manchi qualcosa dall’interno e quali danni sono stati provocati per forzare l’auto e metterla in moto. Scenderà giù a Manduria il mio papà per sbrigare ogni pratica burocratica e per far riparare i danni. Poi me la riporterà qui a Brescia».

Una piccola disavventura, una pagina di brutta cronaca, fortunatamente dal lieto fine.

«Sono contentissima di aver ritrovato la mia auto, non per il suo valore veniale, ma quello affettivo. E sono ancora più contenta per il calore che, in questa occasione, la MIA terra mi ha trasmesso. Abbraccio tutti coloro che mi sono stati vicini e prometto di ritornare giù al più presto».











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