martedì 24 settembre 2024


11/10/2021 08:55:44 - Manduria - Attualità

«La differenza sta nel fatto che nei territori inquinati tutti questi sentimenti sono a “dose quotidiana”, conseguenza di un accanimento “pratico”… L’assalto fascista, alla pari dannoso e pericoloso, ha provocato sentimenti di natura ideologica: finito il tour delle condanne, dimenticheremo tutto e “domani sarà un altro giorno e si vedrà”»

Dittatura sanitaria: è quella per la quale protestano coloro che non accettano il green pass, ma è anche quella cui vengono sottoposti i cittadini di Taranto e della provincia.

Partendo dall’assalto alla sede nazionale della Cgil, ecco alcune acute riflessioni di Gregorio Mariggiò, racchiuse in un post, che vi proponiamo.

 

«Post dall’apparenza scorretto.

Sgomento, dolore e rabbia.

Da antifascista sono questi i sentimenti che hanno animato la mia persona dopo i fatti di sabato, guardando in tv le immagini dell’assalto fascista alla sede della CGIL.

Per fortuna ad avere gli stessi sentimenti siamo stati in tanti e tanti hanno giustamente condannato l’azione squadrista.

Sono gli stessi sentimenti che provo constatando la vera dittatura sanitaria (questa, si) che si sta perpetrando a scapito dei cittadini di Taranto e a scapito di coloro che vivono in territori in cui l’inquinamento viene diffuso lentamente lasciando impuniti gli esecutori.

Tutto ciò è possibile grazie e soprattutto ad alcune leggi, decreti, emendamenti nazionali (potremmo chiamarla “dittatura anti-ecologista”)..

Bene (si fa per dire), provate a pensare a quanto veleno ingoiato, a quanto sgomento e a quanto dolore e a quanta rabbia il popolo inquinato prova quotidianamente:

E’ lo stesso sentito sabato dai tanti cittadini italiani.

La differenza sta nel fatto che nei territori inquinati tutti questi sentimenti sono a “dose quotidiana”, conseguenza di un accanimento “pratico”… L’assalto fascista, alla pari dannoso e pericoloso, ha provocato sentimenti di natura ideologica: finito il tour delle condanne, dimenticheremo tutto e “domani sarà un altro giorno e si vedrà”».

 

Gregorio Mariggiò

(foto di Giuseppe Internó)











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