lunedì 23 settembre 2024


29/10/2021 07:45:40 - Avetrana - Attualità

Le riflessioni di Salvatore Luigi Baldari (Casa dell’Evoluzione)

«Trasformare la Puglia in una gigafactory e renderla una protagonista imprescindibile del percorso di autonomia digitale europea, può diventare un’ambizione percorribile e concreta.

Stando a delle indiscrezioni di stampa, poi rivelatesi veritiere,  dell’agenzia Reuters, il Governo italiano avrebbe avviato una intensa trattativa con il colosso tecnologico americano Intel,  per far rientrare il nostro Paese, nel maxi-investimento della società in programma per l’Europa.

Intel è fra le aziende leader a livello mondiale, nella lavorazione del silicio e nella realizzazione di semiconduttori, ovvero dei microchip, presenti in qualunque dispositivo tecnologico, di cui ne sono il motore vero e proprio di ogni loro specifica funzionalità.

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una drammatica carenza di questi semiconduttori, dovuta a fattori strettamente collegati a logiche di domanda ed offerta, quanto alla penuria di materie prime e, soprattutto a dinamiche puramente geopolitiche. I primi produttori al mondo di semiconduttori, infatti, si trovano sull’altra sponda del Pacifìco e la tensione commerciale, inaugurata dall’amministrazione Trump, non ha di certo favorito l’approvvigionamento dei componenti. 

In un mondo sempre più digitalizzato, la carenza di semiconduttori assume le proporzioni di un dramma. Ne sa qualcosa, ad esempio, l’industria automobilistica costretta a dover interrompere le produzioni, per lunghi periodi, nell’ultimo anno, proprio a causa della crisi globale dei chip.

E non è un caso che diversi analisti internazionali, abbiano già definito i semiconduttori, come l’oro dei nostri giorni. È qui che si gioca la guerra commerciale del prossimo decennio. Anche per questi motivi, la nuova amministrazione Biden ha deciso di incentivare la produzione domestica di semiconduttori, stanziando almeno 50 miliardi di dollari al settore e attivando una serie di interlocuzioni con le principali corporations. Anche l’Unione europea, nel piano “2030 Digital Compass” prevede che entro la fine del decennio l’Europa sarà in grado di produrre il 20 per cento dei semiconduttori, integrando le risorse del NextGenerationEu.

In questo contesto, l’amministratore della Intel, Pat Gelsinger ha recentemente incontrato il Commissario Europeo Breton, per manifestargli il suo ambizioso progetto: raggiungere entro il 2030 la metà della produzione mondiale di semiconduttori, fra Usa ed Ue, così da poter definitivamente limitare la dipendenza dai prodotti asiatici e migliorare la situazione globale delle scorte.

Il piano di investimento di Intel tocca i cento miliardi di euro, per due impianti da realizzare nel territorio europeo, di cui uno sicuramente sorgerà in Germania, a Dresda.

Per l’altro, invece, come si diceva in apertura, sono intensi i contatti fra l’azienda e il Governo italiano, che sarebbe disposto a mettere sul tavolo una serie di incentivi, da minimo 4 miliardi di euro, pur di vederlo realizzare lungo la penisola.

La partita è aperta e, certamente, Spagna, Polonia e la stessa Germania non stanno a guardare.

Il player californiano, per questo secondo impianto, che si occuperà prevalentemente di testing e packaging, necessita di un’area di libera di 350 mila metri quadrati, senza dover ricorrere a bonifiche e ristrutturazioni di impianti esistenti. 

Un impatto economico sul territorio interessato, stimato in almeno mille posti di lavoro, in grado di generare nell’arco di dieci anni, valori aggiunti diretti e indiretti da 100 miliardi di dollari.

Il Governo italiano si è promesso di presentare l’offerta ufficiale entro la fine di quest’anno, ma le voci già iniziano a rincorrersi e già si fanno largo le prime grandi esclusioni.

La stessa Intel, infatti, non sarebbe rimasta soddisfatta dal dossier inoltrato dalla Regione Piemonte per ospitare il sito nell’area Mirafiori di Torino, individuandovi diverse  criticità ed incompatibilità.

A questo punto, la short-list italiana si riduce al Veneto, alla Puglia e alla Sicilia.

Considerando, però, che quest’ultima, beneficerà degli 850 milioni di euro stanziati dal Pnrr, per realizzare a Catania l’impianto della italo-francese Stmicroelectronics, sembra ormai essere di fronte ad una corsa a due.

Sarebbe propizio, quindi attivarsi, il più possibile per far convergere l’intera comunità politica, divulgativa, industriale, culturale e civile della Puglia verso questo grande obbiettivo comune.

La fabbrica Intel in Puglia, sarebbe un passo inequivocabile, verso l’annunciato impegno del Governo per il rilancio del Sud Italia, a fronte di un riequilibrio della industrializzazione con il Settentrione del nostro Paese

Più di ogni altra cosa, però, permetterebbe, ancora di più ai nostri territori di agganciarsi alle sfide globali del futuro, con un ruolo da assoluto protagonista, in uno nei settori-chiave dell’economia. 

L’appello è quindi alle istituzioni regionali e locali della Puglia di intensificare al massimo il lavoro di programmazione ed analisi, per poter offrire al Governo e all’azienda le migliori condizioni possibili, favorevoli all’insediamento.

La Puglia, con lo spazioporto di Grottaglie, gli stabilimenti Leonardo, la Cnh di Lecce, la Salver in territorio brindisino, e tante altre ancora, ha già dimostrato di saper essere terreno fertile per l’industria innovativa, Intel in Puglia: si può fare!».

 

Salvatore Luigi Baldari

Casa dell’Evoluzione











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