lunedì 23 settembre 2024


06/11/2021 08:38:33 - Puglia - Attualità

Nessun immunizzato tra i 12 e i 59 anni è finito in terapia intensiva. La categoria più a rischio è quella degli over 60

Chi non è vaccinato «rischia di contagiarsi 6 volte in più dei vaccinati se ha meno di 39 anni e all’incirca 4 volte in più dai 40 in anni in su». È questa analisi dell’Istituto superiore di Sanità effettuata calcolando l’incidenza dei nuovi positivi da Covid 19 su 100 mila abitanti ad avere convinto il governo sulla necessità di dare una nuova spinta alla campagna gestita dal generale Francesco Paolo Figliuolo.

A riferire questi dati è Il Corriere della Sera.

Muovendosi su un doppio binario: cercare di persuadere i milioni di italiani ancora restii a immunizzarsi e accelerare sulla terza dose. I dati aggiornati al 24 ottobre non tengono conto dell’impennata registrata negli ultimi giorni, ma già consentono di individuare in quali settori e fasce d’età si deve intervenire con maggiore urgenza.

Tenendo conto che i dati di altri Paesi più avanti nelle somministrazioni, primo fra tutti Israele, dimostrano come dopo alcuni mesi l’effetto dei vaccini comincia a scemare e dunque è necessario programmare la terza dose, come già in Italia si sta facendo con chi ha più di 60 anni.

L’analisi sulla protezione del vaccino viene effettuata sulla base dell’incidenza per 100 mila abitanti: quante persone immunizzate si contagiano, vengono ricoverate o finiscono in terapia intensiva. Lo stesso calcolo viene realizzato poi per i non vaccinati. E dimostra come «tra i 12 e i 59 anni in rianimazione non è finito alcun vaccinato e rimangono molto basse le percentuali di ospedalizzati».
Nella fascia d’età tra i 60 e i 79 anni «emerge che il vaccino continua a proteggere quasi totalmente dal ricovero in rianimazione». E in area medica, come era già emerso in precedenti report, di solito viene ricoverato chi soffre già anche di altre malattie.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità questa è la situazione del periodo che va dal 24 settembre al 24 ottobre scorso: «Nella fascia d’età tra 12 e 39 anni ci sono stati in un mese 404 nuovi contagiati tra i non vaccinati contro 70 tra i vaccinati; le persone ricoverate in area medica sono state 13 contro lo 0,7; in terapia intensiva lo 0,75 contro zero. Nella fascia d’età tra i 40 e i 59 anni, tra i nuovi contagiati 354 erano no vax mentre 89 erano immunizzati; in area medica il rapporto è stato di 28 contro 1,3: in terapia intensiva 3 contro zero. Nella fascia d’età tra i 60 e i 79 anni: i nuovi contagiati non immunizzati sono stati 300 e quelli vaccinati 77; sono stati ricoverati 65 no vax contro 5 in area medica; 12 contro 0,5 in terapia intensiva. Tra gli over 80 i contagiati non vaccinati sono stati 388, quelli immunizzati 95; in ospedale sono finite 160 contro 21; in terapia intensiva 8 contro 1».
L’incidenza dei decessi su 100 mila abitanti dimostra che «tra i 60 e i 79 anni ci sono state 16 vittime tra i non vaccinati contro 1 di chi ha fatto due dosi, mentre per gli over 80 i morti tra chi non era immunizzato sono stati 93, soltanto 8 tra chi aveva completato il ciclo».

Tradotti in rischio, questi numeri vogliono dire che i non vaccinati rischiano di contagiarsi da 4 a 6 volte in più, di essere ricoverati 20 volte in più fino a 59 anni, poi circa 12 volte dai 60 anni in su, e 8 volte se over 80. Per quanto riguarda le terapie intensive «i non immunizzati rischiano 30 volte in più fino a 59 anni, 21 volte in più tra i 60 e i 79 anni, 8 volte in più per gli over 80. Questi dati sono sovrapponibili a quelli già registrati nelle scorse settimane, a riprova che per il momento l’efficacia dei vaccini anche a distanza di tempo resta in ogni caso altissima.
Nell’ultimo mese sono finiti in ospedale 2.836 non vaccinati contro 1.814 vaccinati con due dosi. A livello generale, dunque, il rapporto è ancora tutto a vantaggio di chi è immunizzato: su 5 ospedalizzati, tre sono senza vaccino contro i due che invece l’hanno fatto. Per le terapie intensive ci sono stati 331 non vaccinati e 128 vaccinati. Qui la distanza è ancora maggiore: in rianimazione più di due pazienti su tre non hanno fatto la vaccinazione contro il Covid.

L’osservazione costante dei numeri relativi alla pandemia ha già evidenziato come a lungo andare i numeri assoluti hanno un effetto ingannevole: più la popolazione è protetta maggiore diventa infatti il numero di chi può finire in ospedale anche con le due dosi.

È quello che viene definito paradosso vaccinale. Ciò succede già oggi per i contagi: tra gli over 80 e i 60-79 enni, la percentuale di vaccinati è decisamente alta, rispettivamente a quota 92,7% e 87,4%: in entrambi i casi in numeri assoluti le infezioni sono più alte tra chi ha fatto le due dosi rispetto a chi è senza (4.033 contro 941 e 9.175 contro 4.207). E ormai tra i 40-59 enni, immunizzati al 76,5%, la diffusione del contagio sempre in dati assoluti è simile: 12.623 vaccinati contro 12.266 no.

Bisogna dunque effettuare le percentuali sulle platee di riferimento: i cittadini vaccinati con ciclo completo sono 41 milioni e 915.257, i no vax 9 milioni 231.487.Ebbene nell’ultimo mese la percentuale dei nuovi contagiati tra chi non si è immunizzato è pari allo 0,37%, tra chi è immunizzato è pari allo 0,08%.

 

Fonte: rete











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