lunedì 30 settembre 2024


02/04/2010 07:50:36 - Manduria - Attualità

Cioccolato? Sì, grazie!

Italiche genti all’attacco! E se il match tutto natalizio vi ha reso protagonisti di una clamorosa débâcle nel corso del primo round del derby “panettone vs pandoro “, rifatevi, è il vostro turno! Ecco, servite su un piatto d’argento, oh sorry, su carta patinata, uova a volontà per pareggiare i conti definitivamente...,  poiché “competition is always competition”.
Affilate gli artigli, sguainate le spade, tirate fuori le armi, ma soprattutto chiamate in causa messer lo palato per renderlo sensibile ad una triplice intesa targata Pasqua 2010, irrorata di cioccolato bianco, al latte, fondente nero, per tutti  i gusti, per tutte le tasche, per tutte le occasioni, per tutte le fazioni, sangue dolce che non lacrime produce ma tanta, tanta, proprio tanta dolcezza.
Presenti in tutte le culture, da tempo immemorabile, da sempre le uova sono state considerate simbolo della natura che rinasce, che porta frutto, che inaugura la primavera; pertanto la tradizione di regalarle altro non è se non la buona abitudine di esprimere augurio di vita nuova al destinatario.
Paganesimo risciacquato nel Cristianesimo quando si tratta di innestare su un simbolo radicalmente laico uno strettamente fideistico, legando il significato della forma ovoidale del segno, alla vita che esce dal guscio, e quindi di Cristo Risorto rinato dal sepolcro.
Tante le storie corroboranti questa tesi: protagonista la Maddalena, ma non solo, insieme a tutti i personaggi della Passione, Morte  e Risurrezione di Gesù. E che dire dei tanti desideri da mille e una notte che spuntano alla luce del sole dopo che la verve
creativa di abili pasticceri ha tradotto in realtà sogni accennati, sussurrati, spudoratamente dichiarati a mariti, amanti, amici ecccccc?
Brillanti, telefonini, gioielli, fiera della vanità sgorgante in quantità industriale dall’ego profondo tutta well packaged con la rassicurante promessa strappata dal committente all’esperto pasticcere di handle with care per evitare incidenti diplomatici.
Necessità di farsi perdonare una scappatella con la segretaria o effettivo altruismo? Chi lo sa! Intanto ci lasciamo come al solito affascinare dai bambini, cui resta il breve privilegio di accontentarsi del niente in cambio di sorrisi  a gogó, dispensati a benefattori della bontà, magari corredati di teneri peluche capaci di rendere ancora più cioccolatoso l’arrivo della Pasqua.
Nell’augurare a tutti una Buona Pasqua corre l’obbligo di dire: “lasciatevi sedurre dal cioccolato ma non dal diabete”.

Mimmo Palummieri
 










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