martedì 24 settembre 2024


08/01/2009 17:00:37 - Manduria - Politica

«Confermo il disimpegno. Rientrerei in maggioranza solo se vedessi, realmente, una radicale svolta»

 
Si apre la verifica all’interno dell’Amministrazione. Sotto esame l’operato degli assessori. Tutti, crediamo, tranne uno: Stefania Epifani, che è stata nominata solo tre mesi fa. Per lei, quindi, difficilmente potrà essere emesso un verdetto. Troppo poco il tempo, a nostro avviso, per giudicare il suo operato.
All’assemblea del Pd di ieri sera non ha partecipato il segretario provinciale Donato Pentassuglia. Non c’è stato, quindi, il confronto con il prof. Piero Raimondo, il consigliere del Pd che si è dissociato dalla maggioranza nell’ultimo Consiglio Comunale.
Raimondo non ha avuto difficoltà di sorta ad esporre più dettagliatamente a tutti i presenti le ragioni che lo hanno indotto ad abbandonare la coalizione.
«Sino a questo momento» pare sia stato il senso del discorso del prof. Raimondo, «tutti gli impegni assunti su mia specifica richiesta sono stati puntualmente disattesi. Ho più volte chiesto una energica virata nel modo di condurre l’Amministrazione. Ma alle rassicurazioni di rito, è sempre seguita la latitanza di coloro che avevano assunto gli impegni. Non c’è mai stato, poi, un dialogo fra la giunta e il gruppo consiliare. E mi meraviglio che i consiglieri del Pd che, privatamente, hanno sempre condiviso le mie critiche, quando si tratta di esporsi chinano il capo e fanno finta di nulla».
Raimondo pare abbia fatto anche qualche esempio di impegni disattesi. Ha fatto riferimento all’impegno assunto di portare tutti i piani di lottizzazione in Consiglio Comunale. Non necessariamente per approvarli, ma comunque per assumere una posizione sulla richiesta avanzata. Invece in Consiglio ne sono arrivati solo due. Critiche anche, ad esempio, sui criteri seguiti per l’assunzione in mobilità.
«Ho avuto tanta pazienza» avrebbe detto il prof. Raimondo l’altra sera. «Ma ora basta. Già nell’approvare il Bilancio del 2008 avevo espresso dei distinguo ed avevo auspicato un cambiamento di rotta. Ora non riesco più a restare in una coalizione che prende in considerazione i consiglieri solo quando servono per raggiungere in aula il numero legale».
Il consigliere Raimondo avrebbe anche lasciato intravedere un piccolo spiraglio.
«Resto alla finestra. Potrei rientrare in maggioranza solo se davvero constaterò un radicale cambiamento nel modo di amministrare. Sino al quel momento mi disimpegno dalla coalizione. Potrei votare solo provvedimenti di comprovato interesse per la città» avrebbe detto il prof. Raimondo, che avrebbe ribadito anche la volontà di restare nel partito.
«Ho contribuito, a differenza di altri, alla fondazione del Pd. Se qualcuno prova disagio ad avermi al proprio fianco, mi mandino pure via. Così dimostreranno di avere due pesi e due misure. C’è stato chi, infatti, faceva parte del Pd, ma poi si è dichiarato indipendente. Ha ricattato l’Amministrazione e, quindi, è stato premiato e riaccolto nel partito…».










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