lunedì 23 settembre 2024


31/01/2022 07:11:12 - Puglia - Attualità

«Ci vorranno anni affinché questi vaccini vengano sviluppati, ma sono necessari approcci innovativi per indurre una protezione ampia e duratura contro i coronavirus noti e quelli ancora sconosciuti»

Dopo due anni di pandemia i primi vaccini anti Covid entrati in commercio, in particolare quelli a mRNA di Pfizer e Moderna, hanno funzionato molto bene per evitare nella maggior parte dei casi la malattia grave o il decesso, scongiurando grandi sofferenze. Tuttavia prima con l’arrivo della variante Delta, ma soprattutto con Omiron, l’efficacia del vaccino è sensibilmente diminuita, tanto che è stato necessario introdurre un booster. I vaccini sono progettati infatti per riconoscere parti della proteina Spike del virus Sars-CoV-2 originale ma le varianti che presentano più mutazioni nella Spike, come Omicron, riescono a eludere meglio la protezione, pur mantenendo un’alta efficacia contro decessi e forme gravi di malattia.

È ormai chiaro che il virus continuerà ad evolversi come ha fatto finora per questo molti ricercatori nel mondo stanno lavorando per sviluppare un vaccino universale anti Covid-19, se non addirittura di un vaccino universale anti coronavirus, il vaccino «pan coronavirus» in grado di offrire protezione oltre che su Sars CoV-2 anche su tutti i coronavirus umani conosciuti (tra i quali anche i quattro che causano raffreddori comuni) .

L’obiettivo è ambizioso, ma potrebbe essere risolutivo perché il grande vantaggio di questi vaccini è che permetterebbero di gestire non solo nuove varianti, ma anche nuovi coronavirus che potrebbero emergere con altri salti di specie. «Ci vorranno anni affinché questi vaccini vengano sviluppati, ma sono necessari approcci innovativi per indurre una protezione ampia e duratura contro i coronavirus noti e quelli ancora sconosciuti» ha avvertito Anthony Fauci, immunologo, direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive negli Stati Uniti e consigliere alla Casa Bianca per la pandemia.

In generale i gruppi di lavoro che si dedicano al pan vaccino devono prendere in considerazione regioni del virus poco inclini alle mutazioni e che rimangono piuttosto stabili in tutti i coronavirus. Pamela Björkman, biologa strutturale al California Institute of Technology sta sviluppando un vaccino universale per alcuni virus simili alla Sars. Un vaccino composto da più parti del virus testato su topi stimolerebbe la formazione di anticorpi bloccando infezioni causate da diversi virus simili alla Sars, compresi ceppi che non sono stati utilizzati per creare il vaccino. I ricercatori sono convinti che il sistema immunitario delle cavie abbia imparato a riconoscere le caratteristiche comuni dei coronavirus e a breve inizieranno i test sull’uomo.

La nanoparticella a forma di pallone di calcio

Recentemente l’esercito degli Stati Uniti ha comunicato risultati promettenti di un candidato vaccino chiamato Spik Ferritin Nanoparticle (SpFN) sviluppato dai ricercatori del Walter Reed Army Institute of Research. Gli attuali vaccini presentano una sola versione della Spike ma come è stato visto il rischio è che il virus muti e non venga più riconosciuto. Questo vaccino invece di basa su una tecnologia sviluppata per produrre vaccini antinfluenzali universali ed è composto da una nanoparticella, Ferritin Nanoparticle (SpFN), a forma di pallone da calcio con 24 facce decorate con più copie della proteina spike del SARS-CoV-2 originale.

Il sistema immunitario stimolato da questo tipo di vaccino sviluppa anticorpi neutralizzanti in grado di contrastare le diverse varianti e quelle che potranno nascere in futuro per questo gli scienziati credono che potrà conferire una protezione più ampia rispetto ai vaccini attuali.

 

Fonte: rete











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