lunedì 23 settembre 2024


06/02/2022 08:09:12 - Puglia - Attualità

Tra i 40 e i 49 anni il tasso di letalità del coronavirus è di 1,8 volte più alto di quello degli incidenti stradali. Nella fascia 10-19 supera di 2,8 quello delle polmoniti

Un nuovo studio dovrebbe far riflettere chi è ancora restio a immunizzarsi: oltre 1,8 milioni di cittadini over 50 (per i quali c’è l’obbligo vaccinale), ma più di 4,9 milioni se si considera chi ha più di 12 anni. La ricerca è firmata dall’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane dell’Università Cattolica: propone un confronto tra i rischi di morte per Covid con quelli che ogni persona corre nel corso della vita, cioè i decessi dovuti alle principali malattie o a incidenti di vari, quali cadute o scontri stradali. I dati di partenza utilizzati per lo studio sono quelli pubblicati dal ministero della Salute, dall’Istituto superiore di Sanità e dall’Istituto nazionale di statistica. E spiega anche come mai, nonostante la curva epidemiologica sia in discesa, tanto da aver convinto il governo ad allentare le misure, il numero dei decessi sia ancora tanto alto.

Le vittime

Gli esperti concordano che il dato sui morti per Covid-19 non è in controtendenza con l’andamento dell’epidemia. I fattori che incidono sono sostanzialmente due. Il primo riguarda l’onda lunga della variante Delta, che è stata molto più pericolosa e letale della Omicron, tenendo conto che lo scostamento tra il momento del contagio e quello del decesso è di 20 giorni. L’altro riguarda l’altissima contagiosità di Omicron che ha colpito in maniera pesante chi non è vaccinato.

Pericolosità del virus

Attraverso lo studio è possibile paragonare la pericolosità del virus con le altre patologie per fascia d’età. Per esempio, il tasso di mortalità per Covid tra i 40-49enni è 1,8 volte più alto di quello causato dagli incidenti: per il coronavirus è 8,6 ogni 100 mila abitanti, mentre quello per incidenti stradali è 4,9 ogni 100 mila.

Ma è 20 volte più alto nella classe di età 60-69 anni: 122,9 su 100 mila per Covid, 6 per 100 mila quello dei decessi per incidenti stradali.

Nella classe di età 10-19 anni il virus causa un numero di decessi 2,8 volte superiore a quello dovuto alle polmoniti: il tasso di mortalità per Covid è 0,2 su 100 mila, quello delle polmoniti è 0,1; sette volte maggiore se consideriamo la classe di età 20-29 anni: 0,8 per il Covid, contro lo 0,1 per le polmoniti. Per i 30-49enni è la quarta causa di morte dopo incidenti, tumori e malattie del sistema circolatorio; dai 50 anni in su è la terza causa dopo tumori e malattie del sistema circolatorio.

Il vaccino

Senza dubbio, l’importanza del vaccino nel corso dei mesi è stata dimostrata in molti modi. I dati dell’Istituto superiore di Sanità hanno dimostrato la sua efficacia contro il rischio di malattia grave e morte: oggi al 96% nei vaccinati con la terza dose, al 92-93% con ciclo completo da meno di 120 giorni e all’86% con ciclo completo da oltre 120 giorni.

È stato poi messo a confronto il tasso di ospedalizzazione dei vaccinati e dei non vaccinati (su 100 mila abitanti) nei reparti ordinari e in intensiva: sopra i 12 anni, tra il 10 dicembre e il 9 gennaio, si sono contati 35,6 ricoveri in terapia intensiva contro l’1,3-2 dei vaccinati da meno di 120 giorni o con la terza dose. Il ragionamento è stato declinato anche per età ed è stato paragonato il tasso dei decessi, sempre su 100 mila abitanti, degli uni e degli altri: 60,2 vittime tra i non vaccinati contro 6,4 tra degli immunizzati da meno di 120 giorni e 2,2 per chi ha fatto la terza dose.











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