«Nel giro di 3 anni – ha ricordato commosso don Nino Borsci - ho dovuto cambiare i vetri della mia chiesa diverse volte, a causa delle esplosioni di bombe intimidatorie della mala»
Don Nino Borsci, parroco della chiesa San Francesco de Geronimo al quartiere Tamburi, nonché direttore di Caritas Diocesana di Taranto e fondatore e presidente della comunità terapeutica Airone, taglia il traguardo del mezzo secolo di sacerdozio trascorso al servizio dei più umili e chi vive un disagio o una dipendenza.
In occasione dei suoi 50 anni di servizio pastorale si terrà, alle ore 19 di venerdì 30 giugno, nella concattedrale “Gran Madre di Dio” in Taranto, una concelebrazione eucaristica che, presieduta dall’Arcivescovo mons. Filippo Santoro, sarà celebrata da don Nino Borsci, don Nicola Frascella, don Luigi Trivisani e dal Missionario Saveriano padre Gianni Zampini.
È uno dei momenti del programma di manifestazioni organizzate dai parrocchiani di don Nino Borsci in occasione di questa ricorrenza, che si concluderà sabato 1° luglio con la concelebrazione eucaristica – alle ore 19 presso chiesa San Francesco de Geronimo – presieduta da mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, e a seguire con un grande momento di festa e convivialità – ore 21 – presso la comunità “Airone” di Nasisi.
Le iniziative per i 50 anni di servizio pastorale sono iniziate con l’incontro “amare e servire” che, moderato dalla giornalista Nicla Pastore presso la parrocchia della chiesa San Francesco de Geronimo, grazie anche a numerose testimonianze e ai contributi di tanti ospiti, ha ripercorso il mezzo secolo di presenza di don Nino Borsci nel q2uartiere Tamburi.
Anni difficili, anni di piombo: «Nel giro di 3 anni – ha ricordato commosso don Nino Borsci - ho dovuto cambiare i vetri della mia chiesa diverse volte, a causa delle esplosioni di bombe intimidatorie della mala».
Un quartiere con numerose sacchi di povertà e disagio sociale, una situazione che, sul finire degli anni 80, fece nascere l’associazione Airone che, inizialmente, si dedicava alla formazione delle famiglie, poi si aprì il centro ascolto ed infine la comunità terapeutica che è diventata un punto di riferimento per tutta la Puglia.
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