lunedì 11 novembre 2024


08/09/2023 07:15:46 - Provincia di Taranto - Attualità

Passa la manifestazione di contrarietà, sostenuta anche da tante osservazioni pervenute da cittadini, esperti e turisti

Passa con pieno voto la relazione di contrarietà alla realizzazione del parco eolico progettato e proposto dall’azienda Santa Chiara Energia srl. Durante il Consiglio monotematico svoltosi presso l’aula consiliare di Lizzano, si è ribadito il dissenso ad ospitare le 11 pale eoliche alte 150 m nei territori tra il paese ed il mare.

“Tali installazioni toglierebbero identità al territorio e alle persone. Niente più uliveti, niente più vigneti, niente più turismo” afferma il sindaco Lucia Palombella “Dopo questo passo, ce ne saranno altri se necessario. Il nostro è un NO fermo, dobbiamo difendere i nostri valori legati alla terra e le nostre attività produttive”.

Si sintetizzano qui le conclusioni della relazione, dove si sono valutati gli impatti negativi del progetto su:

  • sistema agricolo (vigneti di primitivo DOC, DOP e IGT) e uliveti (olio d’oliva extravergine); 

  • sistema storico, culturale, paesaggistico e turistico della zona con eliminazione di muretti a secco, strade poderali, circa 100 ettari di terreno agrario, danni irreversibili alle numerose attività turistico-ricettive ed enogastronomiche esistenti;
  • impatti visivi del progetto, con visibilità da decine di kilometri di distanza; 

  • impatto acustico su recettori esistenti ed in corso di realizzazione 


Inoltre, il progetto entra in contrasto

  • con le previsioni degli obiettivi generali del PPTR della Regione Puglia che definisce il territorio in esame come”Paesaggio costiero ad alta valenza naturalistica da riqualificare”. Sulla proposta progettuale della società proponente non vi è traccia. 

  • con quanto previsto dal Dlgs 199/2021 e s.m.i. ed in particolare si evidenzia che le zone individuate dalla Santa Chiara Energia sono attivamente produttive e non abbandonate e in condizioni di degrado ambientali. Non sono neppure ricche di cave o miniere (tutte aree idonee alla installazione di impianti da fonti rinnovabili secondo il Dlgs).
  • con il PNIEC che cita testualmente

o “riguardo alle rinnovabili, l’Italia ne promuoverà l’ulteriore sviluppo insieme alla tutela e al potenziamento delle produzioni esistenti, se possibile superando l’obiettivo del 30%, che comunque è da assumere come contributo che si fornisce per il raggiungimento dell’obiettivo comunitario. A questo scopo, si utilizzeranno strumenti calibrati sulla base dei settori d’uso, delle tipologie di interventi e della dimensione degli impianti, con un approccio che mira al contenimento del consumo di suolo e dell’impatto paesaggistico e ambientale, comprese le esigenze di qualità dell’aria. Per il settore elettrico, si intende, anche in vista dell’elettrificazione dei consumi, fare ampio uso di superfici edificate o comunque già utilizzate, valorizzando le diverse forme di autoconsumo, anche con generazione e accumuli distribuiti”

o per i grandi impianti da fonte eolica, si stimoleranno gli operatori affinché procedano ad attente valutazioni preliminari con le comunità ed economie locali, dando inoltre adeguata priorità a potenziamento e rinnovamento degli impianti obsoleti.

  • con il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAESC) dell’Unione dei Comuni delle Terre del Mare e del Sole (di cui il Comune di Lizzano fa parte) approvato con Delibera di Consiglio Comunale di Lizzano n. 27 del 10.06.2020 in cui si parla di previsioni di installazioni di energie rinnovabili e per il settore eolico solo di MINIEOLICO e si nota come nella proposta progettuale tale Piano non viene nemmeno menzionato.

  • con le Linee Guida di cui al DM 10.09.2010 che, alla parte IV ed al successivo allegato 3 (paragrafo 17) definisce aree non idonee le “aree agricole aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, in coerenza e per le finalità di cui all'art. 12, comma 7, del decreto legislativo n. 387 del 2003 anche con riferimento alle aree, se previste dalla programmazione regionale, caratterizzate da un'elevata capacità d'uso del suolo”. 

 

(foto d'archivio)











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