lunedì 11 novembre 2024


23/09/2023 18:07:24 - Provincia di Taranto - Attualità

«Il quadro economico della Regione, appena certificato dalla sezione regionale Corte dei Conti, non consentirà per gli anni 2023 e 2024 di poter assumere altro personale se non per il turnover necessario a coprire le sole quiescenze dall’1settembre 2023»

Con il recente giudizio di parifica, la sezione regionale della Corte dei Conti ha dato il via libera al bilancio 2022 della Regione Puglia, ma non c’è da rallegrarsi più di tanto. Non è una grande vittoria, considerate le diverse criticità evidenziate dai giudici soprattutto sul fronte sanitario e che avranno inevitabili ripercussioni su un settore già particolarmente segnato da una gestione lacunosa aggravata dall’emergenza pandemica appena terminata.

In una situazione di deficit strutturale, la Regione non potrà dar vita a nuove aziende sanitarie facendo lievitare la spesa e quindi sono destinati ad evaporare, in assenza di destinazione di congrue risorse, i progetti dei policlinici “Santissima Annunziata” di Taranto e “Fazzi” di Lecce. Un altro duro colpo per sanità pugliese, costretta ormai da troppi anni a fare i conti con una importante riduzione della spesa sanitaria.

Il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Taranto Pierpaolo Volpe manifesta tutta la sua preoccupazione per il quadro economico della Regione appena certificato dalla sezione regionale Corte dei Conti che «non consentirà per gli anni 2023 e 2024 di poter assumere altro personale se non per il turnover necessario a coprire le sole quiescenze dall’1settembre 2023.

A pagarne le conseguenze» prosegue Volpe «sarà la sanità tarantina che presenta una dotazione organica non in linea con gli standard di fabbisogno di personale dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, un Ente pubblico con funzioni tecnico-scientifico del SSN che svolge attività di ricerca e di supporto nei confronti del Ministro della salute, delle Regioni e delle Province autonome. Ancora una volta ci si dimentica di Taranto e della condizione sanitaria connessa all’emergenza ambientale ILVA che già da adesso impone la necessità di avviare una importante attività di prevenzione e screening per patologie neoplastiche».

Il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Taranto sottolinea inoltre che «la provincia di Taranto dovrebbe essere destinataria di risorse ad hoc per far fronte ai bisogni di salute della popolazione in quanto ha pagato fino ad oggi e pagherà anche per i prossimi anni un tributo importante in termini di vite umane per l’incremento di malattie croniche non trasmissibili tra cui spiccano i tumori e le malattie respiratorie per la più grande acciaieria d’Europa che rappresenta l’1% del PIL italiano.

La permanenza del tetto di spesa -aggiunge ancora Volpe- lega le risorse da destinare al personale del SSN ad una legge del 2010 voluta dall’allora Ministro Tremonti, che tiene conto della spesa del 2004 a cui va decurtato l’1,4%.

Il tetto di spesa per il personale, che nessun Governo ha avuto il coraggio di modificare dal 2010 ad oggi, imbavaglia il SSN e mette a rischio l’assistenza ai cittadini nonostante dal 2022 sia possibile incrementare il tetto di spesa del 10%».

Poi una richiesta precisa.

«Ancora una volta invito la Regione Puglia a fornire i dati del personale suddiviso per provincia tenendo conto del fabbisogno comparato alle strutture per tipologia di complessità assistenziale e numero di assistiti, solo così potremmo forse scoprire che Taranto nonostante le circa mille assunzioni dal 2019 ad oggi, rimane la provincia maggiormente sottodimensionata in quanto le assunzioni non sono servite a coprire l’importante carenza di personale.

Non dimentichiamo che Taranto è stata destinataria di una doppia ‘cura dimagrante’ nei primi anni del Piano di rientro pugliese in quanto, nonostante avesse i conti in ordine rispetto alle altre province e quindi rispettasse il tetto di spesa del 2004 meno 1,4%, con il riequilibrio regionale ha ricevuto ulteriori tagli e non è affatto giusto che per colpa di manager poco attenti delle altre aziende sanitarie pugliesi siano messi in ginocchio i cittadini della provincia ionica».

I timori per alcuni importanti progetti sono concreti e il presidente Volpe spiega anche perché.

«Sono seriamente preoccupato per il futuro del policlinico SS. Annunziata che poi diventerà policlinico San Cataldo e soprattutto per la futura sede del Polo Formativo Universitario che dovrebbe nascere con un ulteriore impegno di spesa di 25 milioni euro nel complesso dell’azienda ospedaliera San Cataldo.

Oltre ai 25 milioni per la costruzione del Polo Universitario, saranno necessarie importanti risorse di bilancio che dovranno essere strutturali per la provincia ionica per consentire la nascita dell’Azienda Ospedaliera SS Annunziata ora e San Cataldo tra qualche anno».











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