lunedì 30 settembre 2024


25/07/2010 18:53:57 - Manduria - Attualità

I vincitori del concorso fotografico

Tra conferme e novità si è appena conclusa la nuova edizione di Androni Aperti, la sesta per la precisione, l'importante manifestazione storico-architettonica voluta dalla sezione di Manduria dell'Archeoclub in
collaborazione con il Comune di Manduria.
L'evento, una delle voci ormai consolidate del programma dell'offerta turistica del nostro centro, ha promosso
la visita nei più austeri ed antichi palazzi del centro storico e non solo, alla scoperta di angoli inediti del nostro paese, fruibili tanto al turista sconosciuto, quanto al disattento cittadino del loco, in cerca di emozioni alla
Nanni Moretti in Caro diario.
Manduria, insomma, offresi agli Indiana Jones amanti della ricerca, del sapere, dell'arte e della cultura, a quanti
desiderano vivere con una marcia in più il tempo dell'ozio, magari con una punta di interesse rivolta alla cultura.
Il circuito culturale ha così reso possibile l'ingresso tra le 19 e le 23, del 24 e del 25 luglio, a Palazzo
Cagnazzi, Pasanisi, Briganti, Dimitri, Corcioli, ed ai Palazzi Schiavone. A disposizione degli interessi un pieghevole contenente le  principali notizie storiche e fotografiche, già peraltro riportate sulla locandina affissa per Manduria, con l'indicazione topografica, per agevolare il percorso, soprattutto ai forestieri. La penombra, contaminata dal gioco delle luci, ha valorizzato facciate, androni, chiostri, scalinate, giardini, volte, balconi, timpani, rosoni, alla Gattopardo, richiamando alla vita squarci di storia, animate da uomini e donne d'altri tempi, protagonisti di atmosfere ormai retrò, da immaginare, confermare, quasi odorare, compenetrare fino in fondo in funzione di una più che giustificata sindrome di Stendhal.
E non sono mancate le novità! I palazzi sono stati set e location ideali per ospitare una mostra fotografica
dal titolo "Manduria,la sua storia, il suo territorio, la sua gente", che ha raccolto le foto di  fotografi dilettanti, in particolare studenti di alcune scuole superiori della nostra città, i quali,  si sono cimentati  a catturare
ed a saccheggiare , nella pellicola, o nel più moderno hi-tech, angoli, sguardi ed attimi di un paese dal volto che cambia tra tradizione ed innovazione.
L'album delle emozioni e delle immagini ha spaziato tra il moderno e l'antico, la natura nei suoi  momenti magici e le tradizioni popolari, schegge di vita in cui volti di donna si confrontavano con immagini catturate al tramonto, o col cadere della neve, cesellati tra cielo, terra e mare, citazioni in bianco e nero a confronto con il colore che raccontano di tempi che furono e saranno, con qualche ricordo di chi evidentemente è passato oltre.
Palazzo Corcioli, forse il più bello di Manduria, finestra sull'arte di quel corridoio verso il centro storico che è via Ferdinando Donno, segna l'apoteosi dello sguardo sulla natura e diviene il divulgatore scientifico sommo della vita nel mare con immagini a tinte forti di pesci dai mosaici a mille colori.
Il settimo a concludere il tour culturale e la sede scelta per esporre le opere premiate. Due le categorie: quella dei fotografi dilettanti e quella degli studenti. Nella categoria degli studenti vince il primo premio Gaballo Matteo Pio, con una foto dal titolo " L'occhio ", seguito dal secondo posto di Turrisi Antonio con una foto dedicata al territorio del nostro paese, ed infine, la terza classificata, Scarcella Federica con una foto intitolata "Ruggine in pezzi ".
Nella categoria de fotografi dilettanti il primo posto è spettato a  Dimilito Lucia con una foto dal titolo importante " L'imponenza e l'innocenza "; due gli ex aequo per il secondo posto, Massafra Alfredo con  "Il
sarto”, e Calò Michela con "Manduria...non solo terra ".
Due gli ex aequo anche per il terzo posto. Si tratta di D'Ambrosio Edoardo con  "La quiete dopo la tempesta", e Franco Emanuele con   "Chianche " assolate  alla " controra ".
Soddisfatti gli organizzatori ed i vincitori, forse un po' meno gli esclusi come da copione, appagati i nostri concittadini, che in ogni singolo scatto hanno per un attimo intravisto e rivissuto quel tanto si sé, sguardi catturati anch'essi in un altalenarsi di linguaggi ed emozioni.
Una notte al museo all'aperto, culla della civiltà messapica, da condividere con nuovi e vecchi amici, magari sorseggiando un Primitivo, e battendo un passo e l'altro con qualche risata capace di dissacrare la percezione quasi sacra di una visita nella macchina del tempo.

Mimmo Palummieri
 










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