venerdì 11 aprile 2025


24/02/2025 10:42:07 - Provincia di Taranto - Attualità

Erano i tempi di don Celestino Semeraro. un storia vera vissuta in prima persona 

 

di Ubaldo Bungaro

L’ultima cena di Gesù “Il Rito dei Santi” vuole essere un contributo alla conoscenza di avvenimenti culturali e religiosi conservate dalle istituzioni cittadine negli anni. Se dovessi raccontare l’evento più travolgente e allo stesso tempo assurda che mi sia capitato nella vita, racconterei certamente la storia del mio libro “Il Grillo con la Rolleiflex Reporter senza Frontiere” in cui racconto i tempi della guerra attraverso gli eventi che hanno segnato la storia dell’ultima cena di Gesù con gli Apostoli.

Negli anni Quaranta, per la festa di San Giuseppe, Adelina Vilei Bungaro, mia madre, organizzava una cena pubblica, riservata a 13 fragagnanesi. La cena si teneva, quasi sempre, nel viottolo del capannone di vico Arco Pagliara. La coreografia del rituale voleva rappresentare l’ultima cena degli Apostoli con Gesù.

IMPERVERSAVA LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Taranto, la città dei due mari, era al centro del teatro di un violento bombardamento che distrusse la flotta navale  italiana rinchiusa nel “Mar Piccolo”, quasi a volersi nascondere dalla vista degli aerei nemici (purtroppo non fu così  perché furono scovate dalle vedette nemiche e affondate). Avevo circa cinque anni e ricordo quei tragici eventi per la grande paura che mi assediava nel sentire il rombo degli aerei che ci sorvolavano per andare a scaricare bombe vigliacche sulla bella città dei due mari: “Mar Piccolo” che voleva rappresentare un rifugio sicuro e il “Mar Grande”. E parte proprio dal “Mar Grande”, nella rada di San Vito, che si collega questa storia vera e vissuta in prima persona.

Il rumore delle bombe era diventato incessante come pure gli spari della contraerea posizionata nella confinante Grottaglie. La paura era tanta. Mia madre invoca San Giuseppe recitando il Padre Nostro e promette di organizzare  in Suo onore una cena per i poveri di Fragagnano come la rievocazione della “Cena di Gesù” con gli Apostoli. Le amiche di mia madre, che frequentavano la chiesa si prodigavano per preparare le pietanze da servire con l’ausilio di don Celestino Semeraro (il parroco missionario che fondò, nel 1937, l’asilo con le suore “Figlie di Maria Ausiliatrice” e protagonista negli aiuti ai militari italiani prigionieri nel campo di concentramento di Crispiano costruito dagli angloamericani dopo l’8 settembre 1945).

Anche negli anni successivi la sacra cerimonia è stata rispettata, grazie al coinvolgimento di altre famiglie fragagnanesi che allestivano tavolate imbandite di pietanze tradizionali. Nel 2008 ritorna alla ribalta e diventa uno degli eventi principali denominato “Il Rito dei Santi”, organizzato dalla locale Pro Loco, in collaborazione con l’assessora alla Cultura Lucia Traetta. Dal 2019 la regia del “Rito dei Santi” viene affidata ad Alfredo Traversa, ideatore del Teatro della Fede in Puglia. Nel 2021 il “Rito dei Santi” diventa una ricorrenza particolare, in quanto è  l’anno giubilare straordinario per il 150° anniversario della proclamazione di San Giuseppe a patrono della Chiesa universale”. Il Rito dei Santi” (giunto alla XVIII edizione) rappresenta, ormai, uno dei principali eventi che caratterizzano la comunità fragagnanese, realizzato in collaborazione con il Comune di Fragagnano, grazie alla volontà della Pro loco, presieduta da Nunzia Digiacomo, dell’assessora alla Cultura Lucia Traetta e di tutte le persone che si adoperano pur di mantenere viva una delle più suggestive tradizioni popolari fragagnanesi.

Nunzia Digiacomo, presidente della Pro Loco Fragagnano, spiega che «Le origini e il senso profondo del “Rito dei Santi” affondano le radici in un’antichissima tradizione che, rinnovandosi di generazione in generazione, parla di unione e convivialità.

Esso rappresenta un’occasione per riscoprire una fede autentica, ricordandoci che ciò che si possiede deve essere condiviso.
L’edizione di quest’anno avrà un significato speciale, in sintonia con l’Anno Giubilare 2025. Sento il dovere di esprimere la mia gratitudine al professor Piero Nastasia, che sin dai banchi di scuola mi ha trasmesso l’amore per le tradizioni popolari. Ricordo con affetto quando coinvolse la mia classe nella partecipazione alle tavole in onore di San Giuseppe, in piazza Regina Elena, un’esperienza che ha lasciato un segno indelebile. A lui devo anche tanti altri preziosi insegnamenti, che nel corso degli anni hanno arricchito il mio percorso».

«Siamo alla XVIII  edizione del “Rito dei Santi”», dichiara il sindaco Giuseppe Fischetti, «un evento che intendiamo portare avanti per tramandare le nostre tradizioni popolari e religiose. Il “Rito dei Santi” è, infatti, una miscela di cultura pagana e cristiana. Celebra il passaggio dall’inverno alla primavera ma, allo stesso tempo, evoca la sacralità dell’ultima cena. I commensali assaporano 13 pietanze che ricordano le nostre radici. Profumi, sapori, sensazioni  ormai dimenticati che abbiamo il dovere di tramandare alle future generazioni non soltanto perché è fondamentale sapere da dove veniamo ma anche, perché, le nostre tradizioni rappresentano  quella esperienza di cui il turista consapevole ha bisogno. Una grande opportunità, quindi, di sviluppo del territorio attraverso la rievocazione delle usanze dei nostri Avi».











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