lunedì 23 settembre 2024


02/09/2010 09:58:17 - Manduria - Politica

«Quest’Amministrazione vive alla giornata. Non siamo più disposti a recitare la parte dei burattini. Vogliamo una nostra rappresentanza in giunta»

 
Due consiglieri del PdL (Leonardo Moccia e Giorgio D’Uggento) e un consigliere di Alleanza di Centro (Nicola Muscogiuri) hanno annunciato la costituzione di un gruppo consigliere indipendente autonomo, collocato sempre all’interno della maggioranza. Ma chiedono al sindaco Paolo Tommasino l’azzeramento della giunta e della presidenza del Consiglio, e, poi, una propria rappresentanza all’interno dell’esecutivo.
Duro scossone per l’Amministrazione Comunale di centrodestra di Manduria, eletta poco più di quattro mesi fa.
«Non siamo più disposti ad andare in Consiglio per fare i burattini, ovvero per alzare la mano a comando» è il sunto della posizione dei tre consiglieri. «Tutte le nostre proposte sono state sempre puntualmente ignorate. Siamo stati convocati solo lunedì scorso, quando è circolata la voce che iniziavamo a fare sul serio… In questa Amministrazione si vive alla giornata: non c’è un programma e non c’è un obiettivo. C’era il banco di prova dell’estate, con il litorale e il parco archeologico come assi da giocare per attirare i turisti. Invece si è assistito ad una serie di feste che sono servite solo per spendere quelle poche risorse economiche del Comune, frutto delle tasse che i nostri concittadini pagano. Abbiamo pertanto ritenuto di prendere le distanze da questo modo di amministrare, creando un gruppo autonomo. Oggi è composto da tre consiglieri, ma può darsi che nel giro di poco tempo il nostro gruppo possa passare a 4 o 5 consiglieri…».
Moccia, D’Uggento e Muscogiuri abbandonano i partiti in cui sono stati eletti per formare, così, un gruppo autonomo che può diventare decisivo per le sorti della maggioranza, che rischia di restare a 16 unità (sindaco compreso) su un plenum di 31.
«Non vogliamo mandare a casa nessuno» hanno più volte ribadito i tre. «Ma chiediamo una svolta radicale: la città deve essere amministrata collegialmente. Comprendiamo la difficoltà politica del sindaco, che è alla ricerca di un equilibrio. Ma questo equilibrio deve essere reale, nel rispetto, ovvero, di tutti. Altrimenti rischia di affondare anche lui».
Nicola Muscogiuri, il primo ad intervenire, ha riepilogato le vicissitudini interne al suo partito: le posizioni differenti con gli altri due consiglieri di Alleanza di Centro, sino alla decisione del sindaco (definita come frutto di «arroganza politica») di accettare l’indicazione di questi ultimi per la nomina dell’assessore in quota al loro partito.
«Eppure» ha aggiunto, «in quel documento non c’era né la firma del commissario del nostro partito, né la mia».










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