lunedì 23 settembre 2024


12/09/2010 14:29:15 - Manduria - Politica

Senza i tre consiglieri indipendenti (assenti per motivi politici) e due altri consiglieri (assenti per motivi personali) la maggioranza ancora in affanno

 
 
I tre consiglieri del gruppo indipendente non si presentano alla seduta del Consiglio dell’altro ieri sera e, a causa della contemporanea preannunciata assenza di altri due consiglieri della maggioranza (Giuliano per motivi di famiglia e Prudenzano per motivi personali), l’Amministrazione, per la seconda volta in meno di sei mesi di legislatura, si ritrova in affanno. La minoranza, dopo aver evidenziato lo stato di impasse della coalizione di maggioranza e dopo aver discusso le interrogazioni e le interpellanze (oltre ad una mozione dei Verdi sulla privatizzazione dell’acqua), ha infatti abbandonato l’aula, facendo venire meno il numero legale.
Altro passo falso, quindi, per l’Amministrazione guidata dal sindaco Paolo Tommasino, che, a questo punto, non può più ignorare la posizione dei tre consiglieri che hanno costituito il gruppo autonomo: Leonardo Moccia e Giorgio D’Uggento, eletti con il PdL, e Nicola Muscogiuri, eletto con Alleanza di Centro. Anzi, da quel che si è appreso a margine dei lavori, pare che i tre consiglieri abbiano fatto pervenire, nella mattinata di venerdì, una lettera al sindaco Tommasino, annunciando e spiegando la loro assenza in aula proprio per il mancato riscontro alle loro richieste e, in un certo senso, per la chiusura rispetto alle loro posizioni.
«Non avete i numeri per garantire lo svolgimento del Consiglio Comunale» ha fatto notare in apertura dei lavori il capogruppo del Pd, Gianni Vico. «Alcune delle assenze fra i vostri banchi sono anche motivate politicamente. Crediamo che sia necessario un chiarimento sulla situazione esistente, che interessa sia noi della minoranza, sia l’intera città. Naturalmente, finchè questa situazione si protrarrà, non sperate di poter contare sul nostro appoggio a mò di stampella».
E in effetti la minoranza non ha abbandonato subito l’aula perché ai primi due punti erano iscritti argomenti (interpellanze e mozioni) richieste proprio dai gruppi dell’opposizione: sarebbe stato da incoerenti impedirne la loro discussione.
E così, via via, il consesso ha esaminato le interpellanze, molte delle quali erano state presentate a metà giugno.
«Quando si è tenuto il Consiglio di giugno, quelle interpellanze erano state appena presentate e non c’è stato il tempo per istruire le risposte» ha spiegato il presidente del Consiglio Comunale, Leo Girardi. «Le altre due sedute del consesso che sono seguite, invece, sono state entrambe monotematiche e, pertanto, non c’è stata la possibilità di iscrivere le interpellanze all’ordine del giorno. Ma assumo oggi l’impegno che non passerà mai più un lasso di tempo così ampio fra la presentazione di una interpellanza e la sua discussione».
Il Consiglio ha poi discusso sulle interpellanze (presentate alcune dal Pd e altre dai Verdi) sulla gestione del Parco archeologico, sul trasferimento della biblioteca comunale nel palazzo delle Servite, sulla nomina del nuovo direttore delle Arre Protette, sul depuratore (su questo argomento si è accesa una vivace discussione) e sulla possibilità che nel sito del Comune siano pubblicate integralmente le delibere.










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